La nostra proposta intende porre al centro della discussione, attraverso la forma del convivio, il modo in cui il tempo sia sociologicamente e politicamente ‘costruito’ e influenzi non solo la struttura fisica e organizzativa degli ambienti educativi, ma anche le modalità di apprendimento, le dinamiche relazionali e i processi pedagogici. Riconoscendo come le dimensioni della spazialità e della temporalità siano indissolubilmente intrecciate e agiscano simultaneamente (May e Thrift, 2003), il tempo sarà analizzato come parte dei nuovi dispositivi di governance dell’istruzione (all’intersezione con il costante aumento di strumenti di quantificazione e datificazione), in un quadro in cui la creazione e l’imposizione di regimi di temporalità si intreccia profondamente con la produzione di forme tradizionali e ‘nuove’ di disuguaglianza (Madsen, Lunde et al., 2025).
I principali focus intorno ai quali la discussione intende articolarsi sono:
● Tempo e governo delle transizioni lavorative: Nell’ultimo trentennio, la ristrutturazione dell’economia globale ha portato al centro dell’attenzione una ‘compressione spazio-temporale’ (Harvey, 1990) che ha investito molteplici sfere dell’esistenza. Alle nuove figure del lavoro interinale e just-in-time, si è accompagnato un incremento nella produzione e nell’uso della quantificazione al fine di controllare, ‘ottimizzare’ e governare le istituzioni e il vivere quotidiano (Sadin, 2015). In questo contesto, l’ingiunzione alla performance e la moltiplicazione di dispositivi di valutazione hanno profondamente modificato l’esperienza del tempo vissuto, amplificando sentimenti di precarietà e generando vissuti di disagio psicologico.
● Tempo e progettualità: In un clima culturale dominato dall’incertezza (Castel, 2019), dall’istantaneità e dall’idea della scarsità del tempo, la capacità di sfuggire dalla presentificazione e di proiettarsi nell’avvenire assume un ruolo cruciale nella costruzione delle traiettorie educative. Gli studenti e le studentesse sono oggi chiamati a svolgere un time working (Flaherty, 2003), vale a dire un lavoro più o meno consapevole volto a modificare la propria esperienza temporale adattandola alle logiche istituzionali. Tenuto conto delle storiche differenze nel rapporto al tempo tra classi popolari e classi medio-alte, si tratta di riflettere sul modo in cui esse si siano riconfigurate oggi, in una congiuntura storico-politica dominata dalla retorica del capitale umano.
● Velocità e pensiero critico: In un sistema educativo accelerato, dove si chiede agli studenti di produrre e di essere visibili, si generano tensioni tra il tempo compresso dei risultati e quello espanso dell’apprendimento. Hartmut Rosa (2015) descrive questo processo come un ‘paradosso della velocità’: pur essendo in un'epoca che permette di fare sempre più cose in tempi brevi, le competenze complesse e il pensiero critico richiedono ancora tempi lenti. La velocità diventa quindi un ostacolo per l'approfondimento, dando forma ad un contrasto tra l'esigenza di produrre velocemente e il bisogno di consolidare la conoscenza nel tempo.
● Temporalità multiple: Oggi più che nel passato, dicotomie come ‘tempo povero/tempo ricco’ e ‘accelerazione/lentezza’ dominano il dibattito sul tempo a scuola. Sfidando una visione tradizionale del tempo come lineare e oggettivo, e concettualizzando il tempo come una costruzione sociale e culturale che può variare a seconda delle pratiche e degli spazi (Hassan 2009), intendiamo discutere delle diverse esperienze temporali nei contesti educativi. Esperienze che, anche grazie al pervasivo ruolo della tecnologia, non possono che essere lette come multiple e variabili.
Si tratta di una lista indicativa, aperta a ulteriori contributi (vedi, ad esempio, i temi della ricerca universitaria e della lifelong guidance), il cui obiettivo principale resterà tuttavia quello di considerare il tempo come un concetto capace di mostrare il modo in cui la disuguaglianza prende forma oggi nella struttura educativa, all’intersezione tra genere, classe e ‘razza’ (Crenshaw, 1989). In tal senso, si terrà conto sia di come venga elaborato all’interno delle politiche europee e nazionali, sia di come esso si iscriva, quotidianamente, nei vissuti soggettivi.
Riferimenti bibliografici
Castel, R. (2019) La metamorfosi della questione sociale. Una cronaca del salariato, Milano: Mimesis.
Crenshaw, K. (1989) “Demarginalizing the Intersection of Race and Sex: A Black Feminist Critique of Antidiscrimination Doctrine, Feminist Theory and Antiracist Politics”, University of Chicago Legal Forum, (8).
Flaherty, M. G. (2003). “Time work: Customizing temporal experience”, Social Psychology Quarterly, 66(1), 17–33.
Henderson, L., Honan E., Loch S. (2016) “The production of the academic writing machine”, Reconceptualizing Educational Research Methodology, 7(2).
May, J., Thrift, N. (2003) “Introduction.” In Timespace: Geographies of Temporality, a cura di J. May and N. Thrift, 1–45. London: Routledge.
Rosa, H. (2015) Accelerazione e alienazione. Per una teoria critica del tempo nella tarda modernità, Torino: Einaudi.
Harvey, D. (1990) The condition of postmodernity: An enquiry into the origins of cultural change, London: Wiley-Blackwell.
Hassan, R. (2009) Empires of speed: Time and the acceleration of politics and society (1 ed. Vol. 4). BRILL.
Madsen M., Lunde I. M., Piattoeva N., Karseth B. (2025) “Introduction: time and temporality in the datafied governance of education”, Critical Studies in Education, 1-16.
Sadin É., La Vie algorithmique. Critique de la raison numérique, Paris: L'Échappée.