Programma della conferenza

VII “Non c’è più tempo!” Crisi ed emergenze nella società contemporanea / Cagliari, 19/20 giugno 2025

In un’epoca segnata da crisi ricorrenti e da un senso di urgenza perpetua, il concetto di tempo emerge come una lente imprescindibile per analizzare e comprendere la società contemporanea. Il convegno SISCC 2025, organizzato dalla “Società Scientifica Italiana di Sociologia, Cultura e Comunicazione”, intende riflettere sulle molteplici declinazioni del tempo nel contesto delle crisi odierne, esplorando come l’accelerazione dei ritmi di vita e la proliferazione delle emergenze stiano ridefinendo dimensioni fondamentali dell’educazione, della comunicazione e della vita quotidiana.

 
 
Panoramica della sessione
Sessione
Sessione 3 - Panel 07: Rappresentazioni e presenze del tempo nelle storie e nelle serie a fumetti
Ora:
Giovedì, 19/06/2025:
17:30 - 19:00

Chair di sessione: Stefano Cristante
Luogo, sala: Aula 7 (A1-G)

1° piano, Edificio A (Palazzo Baffi) Campus Sant'Ignazio. Via Sant'Ignazio da Laconi, 74 (CA)

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Presentazioni

Rappresentazioni e presenze del tempo nelle storie e nelle serie a fumetti

Stefano Cristante1, Mattia Arioli2, Olimpia Affuso3, Barbara Grüning4, Ilenia Colonna5

1Università del Salento; 2Università di Bologna; 3Università della Calabria; 4Università degli Studi di Milano Bicocca; 5Università del Salento

Ci sono molti tempi in azione nel medium fumetto.

C’è il tempo rallentato o velocizzato per via del montaggio delle tavole (un po’ come avviene nel cinema e nella letteratura). C’è il tempo diacronico interno a ciascuna storia (un tempo di inizio e di fine, per esempio nei graphic novel), collegato al concetto di fumetto come arte sequenziale. C’è il tempo circolare e apparentemente senza fine delle serie dove i personaggi sono bloccati in una determinata epoca e ad una determinata età anagrafica (per esempio Tex Willer o Diabolik). C’è il tempo dei fumetti che evolvono diacronicamente (quello dove i personaggi invecchiano, come nella strip Gasoline Alley, che esce senza interruzioni dal 1918). E c’è naturalmente il tempo necessario per la produzione dei fumetti, che si presenta storicamente molto differenziato (pensiamo ai tempi lunghi della produzione artigianale e artistica individuale novecentesca, a quelli accelerati delle syndication americane, a quelli spasmodici di certi manga giapponesi e a quelli ibridati con le nuove tecnologie digitali di una crescente produzione contemporanea).

Il panel cercherà di sondare questi vari aspetti, comparando i diversi tempi del fumetto tra loro ed esaminando la loro connessione con i tempi “reali” della condizione umana e della vita quotidiana nelle diverse fasi che coprono l’arco di presenza del fumetto nel tempo storico, e prendendo in osservazione tematiche e dinamiche sociali.

Il focus sulla problematizzazione dei tempi fumettistici consente di legare tra loro quattro diverse riflessioni. Rispettando un’istanza cronologica, il primo intervento si ripromette di rivisitare l’immersione nel tempo già a partire da alcuni casi di studio risalenti ai fumetti di inizio secolo, periodo la cui temperie culturale deve includere anche le teorie sulla relatività di Einstein, che hanno rivoluzionato la concezione del tempo. Anche i fumetti hanno, a loro modo, creato le proprie dinamiche narrative incrinando il concetto di tempo assoluto e lineare.

Sul rapporto tra memoria e narrazione si incentra il secondo intervento, che prende le mosse dall’osservazione che i media sono spesso considerati fonte di indebolimento della memoria storica e del suo significato sociale. Al contrario, invece, esistono storie a fumetti (a volte anche organizzate in serie) che riescono a lavorare sui fatti e sulle situazioni storiche in modo profondo, dando vita a un’esaltazione delle possibilità più nascoste negli accadimenti, e spesso portando il contributo biografico degli autori direttamente nel cuore delle storie.

Alla tematica dell’incorporamento nei fumetti è dedicato il terzo intervento, che si propone di analizzare un insieme di prodotti fumettistici che hanno al centro le malattie del comportamento alimentare, mettendo in luce la chance di andare al di là della pura rappresentazione di identità per coinvolgere biografie corporee e storie incorporate. In questo senso l’intervento metterà a confronto narrazioni tipicamente finzionali e narrazioni in cui viene messa al centro anche l’auto-narrazione, per cogliere come si trasforma la percezione temporale del racconto quando entra in scena il corpo nella sua vulnerabilità.

Infine, l’ultimo intervento orienta la propria attenzione verso un tempo accelerato presente nelle lavorazioni dell’industria del manga e delle anime giapponesi. I tempi stressanti e a volte disumani della produzione sono messi a confronto con un modo di raccontare disegnato che fa della dilatazione e della sospensione del tempo un proprio marchio distintivo, generando paradossi nel rapporto tra team autoriali e loro narrazioni.

Riferimenti bibliografici essenziali

Barbieri D. (1991), I linguaggi del fumetto, Bompiani, Milano.

Brancato S., Cristante S., Ilardi E. (2024), Storia e teoria della serialità, Vol. II, Meltemi, Milano.

Bindi V., Raffaelli L. (2021), Che cos’è un fumetto, Carocci, Firenze.

Gubern R. (1974), El lenguaje de los comics, Peninsula, Bercelona.

Miller F., Eisner Will (2005), Conversazione sul fumetto, Kappa Edizioni, Bologna.

Pintor I. (2020), Figure del fumetto. Forma, tempo e narrazione sequenziale, Alessandro Polidoro Editore, Napoli.

Primo contributo: Lo spazio-tempo nei fumetti tra gioco e sogno, istanze moderniste e postmoderne

Mattia Arioli (mattia.arioli2@unibo.it)

Mentre Einstein discuteva la propria teoria della relatività, attraverso l’elaborazione di due concetti chiave ­— la relatività ristretta (1905) e la relatività generale (1925) — andando a mettere in discussione la fisica newtoniana dell’epoca e, in particolare, la concezione del tempo come assoluto, i fumetti di inizio secolo erano anch’essi impegnati, a modo loro, nell’esplorazione delle implicazioni di questa nuovo modo di concepire la temporalità (Gardner, 2015). Infatti, quest’ultima non era più rappresentata attraverso forme lineari, che raffiguravano un asse in cui il presente si allontana sempre più dal passato per proiettarsi verso un futuro immaginato e ancora da costruire. Pertanto, seguendo un’estetica modernista, alcuni dei primi autori di fumetti, tra cui Winsor McCay e Gustave Verbeek, posero al centro delle proprie investigazioni artistiche proprio il concetto di “tempo”. Di fatto, questi fumetti esploravano le possibilità offerte dal medium di rappresentare ed indagare la sincronicità, anche attraverso soluzioni avanguardistiche, capaci di raffigurare in modo provocatorio singole unità giornaliere, compressioni ed estensioni del tempo narrativo, cambiamenti negli schemi temporali all’interno del testo, oltre alle dimensioni soggettive, oniriche e persino ludiche dello spazio-tempo.

A tale proposito è interessante notare come nel linguaggio del fumetto spazio e tempo tendano a coincidere, spesso attraverso convenzioni derivanti dai primi esperimenti di fine Ottocento sulla fotografia, che mettevano in sequenza immagini statiche per creare l’illusione dello scorrere del tempo. Come osservato da McCloud (1993: 97), “Portraying time on a line moving left to right this puts all the images on the same vertical axis. And tangles up time beyond all”. Eppure, questi fumetti “modernisti” si ripropongono di superare tale visione lineare attraverso le opportunità offerte dalla composizione delle vignette sulla pagina e la lettura “rizomatica” e “panottica” del lettore (Sousanis, 2015). Pertanto, il tempo non è più concepito soltanto come seriale, ma anche come simultaneo. Nei fumetti di McCay si osserva la compresenza di due tempi narrativi, quello della cornice, in cui il protagonista si addormenta, e quello della storia principale, il sogno. Tale soluzione può essere vista come un tentativo simbolico di resistenza all’uniformità degli orologi e alla standardizzazione del tempo (produttivo) che regola la vita degli individui, recuperando di fatto una dimensione personale. Nei fumetti di Gustave Verbeek le sperimentazioni relative allo spazio-tempo assumono connotazioni ludiche-interattive, in quanto il lettore può accedere alla storia completa ruotando di 180 gradi il fumetto.

Infine, è interessante notare come alcune di queste sperimentazioni artistiche sulle implicazioni dello spazio-tempo siano al centro di fumetti contemporanei e post-moderni, tra cui Meanwhile (2010) di Shiga e Here (2014) di McGuire.

Bibliografia essenziale

Gardner, Jared (2015). “Time Under Siege”. In Daniel Worden The Comics of Joe Sacco: Journalism in a Visual World. Jackson: University Press of Mississippi. pp. 21-38

McCay, Winsor (1904-1925). Dream of the Rarebit Fiend. New York: New York Herald.

McCay, Winsor (1905-1927). Little Nemo in Slumberland. New York: New York Herald

McCloud, Scott (1993). Understanding Comics. The Invisible Art. New York: Harper Collins.

McGuire, Richard (2014). Here. New York: Pantheon.

Shiga, Jason (2010). Meanwhile. New York: Abrams

Sousanis, Nick (2015). Unflattening. Cambridge, Massachusetts: Harvard University Press.

Verbeek, Gustave (1902-1905). The Upside Downs of Little Lady Lovekins and Old Man Muffaroo. Chicago: Sunday Record-Herald

Secondo contributo:

Il fumetto, il tempo e la memoria storica. Una pluri-accentuazione della Storia in chiave biografica

Olimpia Affuso (olimpia.affuso@unical.it)

Al crocevia tra sociologia della comunicazione e sociologia della memoria, un elemento rilevante per la riflessione contemporanea emerge dalla questione del controverso rapporto tra senso storico, memoria storica e mezzi di comunicazione. Da più parti si imputa ai media la “responsabilità” di indebolire il senso storico e la memoria storica. Il che non è del tutto fuori luogo, se si considera che nella ridondanza mediale, la distinzione tra i fatti e il loro significato storico perde di rilevanza. Come sottolinea Zerubavel, il senso storico ha invece bisogno di distinguere i periodi, segnare differenze, marcare il punto zero a partire dal quale una certa comunità mnestica si forma. Ma è proprio sempre vero che i media indeboliscano il senso storico? Avviene con ogni medium, o vi sono differenze tra generi e linguaggi? La media logic incide sulla logica del ricordo?

In linea di massima, si può dire che i media abbiano un ragguardevole impatto sulle memorie storiche, in parte indebolendole - per la logica di flusso - nella loro significatività “qualitativa”, ma in parte anche rafforzandole, attraverso la narrazione evenemenziale, o fornendo materiali conoscitivi. Dunque, si può assumere che tale impatto sia variabile e connesso alle modalità espressive dei diversi media, così come alle pratiche fruitive.

In tale direzione, qui si intende proporre una riflessione sulla specificità del contributo del fumetto al senso storico del tempo. Al cuore del discorso si porranno in evidenza almeno quattro aspetti dirimenti. Il primo riguarda le tecniche narrative ed espressive impiegate dal fumetto e il loro specifico effetto mnestico: il fumetto è un’arte sequenziale, e costruisce il tempo mettendo in sequenza eventi separati (Eisner, 2010). Il secondo elemento riguarda un aspetto più generale, per cui da un lato la memoria riesce ad assumere la forma, il senso, il pathos, delle narrazioni in cui i fatti transitano, in quanto vi si radica fortemente; dall’alto lato esiste come un codice espressivo della memoria, che è socialmente legittimato (un paradigma ne è il museo) e che come tale pone un problema di egemonia del codice stesso. Oggi il codice dominante sembra quello dell’immagine fotografica, con la sua malintesa pretesa di verità storica. E il fumetto può dare un contributo specifico alla coscienza storica, perché configura un design di memoria alternativo, in cui la “trasfigurazione” del reale aiuta a vederne certi aspetti come tutt’altro che naturali. Il terzo aspetto riguarda la storia che il fumetto racconta, tanto con la sua stessa storia (Brancato, 2017), come prodotto della società di massa, quanto come medium di confine, in cui si collegano linguaggi diversi, dove si gioca anche un’importante pratica di ri-accentuazione continua di materiali simbolici. Per cui, mentre documenta la storia per frammenti, anche in serie, recuperandone il senso temporale, il fumetto “lavora” sul passato, come fosse creta, lo risignifica, offrendo input per nuove visioni. Ultimo punto, il fumetto si è sviluppato non solo come prodotto dell’industria culturale, ma anche come strumento di introspezione soggettiva di artisti che hanno consegnato ai lettori un patrimonio di memorie biografiche situate, a loro volta intessute di una temporalità peculiare. Per molti autori il fumetto è stato lo spazio di un tempo biografico: quel tempo soggettivo capace di appropriarsi della Storia mentre la si stava vivendo (cfr. Jedlowski, 2025).

A partire da tali aspetti, nel contributo ci si soffermerà su alcuni esempi, come “Maus” di Spiegelmann, o come la serie di “Dylan Dog” della Bonelli, o come alcune tavole di Pazienza, o ancora il graphic novel autobiografico di Judd Winick, “Pedro and me”, che mostrano come la cifra del fumetto sia offrire alla coscienza e alla conoscenza storica disegni di realtà: tavole in cui i fatti prendono la forma del tratto (tondo, sfumato, spigoloso) e, nella loro trasfigurazione, si prestano alla possibilità di essere “sentiti” quasi a livello corporale, come con il tatto.

Riferimenti bibliografici

Brancato S. (2017), Il segno dei tempi. Fumetto come fonte di storia, fumetto come narrazione della storia, in Mediascapes journal, 8/2017.

Eisner W. (2010), L’arte del fumetto. Regole tecniche e segreti dei grandi disegnatori, Milano, BUR.

Jedlowski P. (2025), Il tempo intimo della biografia, Meltemi, 2025.

Tota A.L. (2007), Memoria, patrimonio culturale e discorso pubblico, in Elena Agazzi e Vita Fortunati (a cura di), Memoria e saperi. Percorsi transdisciplinari, Roma, Meltemi.

Zerubavel E. (2005), Mappe del tempo. Memoria collettiva e costruzione sociale del tempo, Bologna, il Mulino.

Terzo contributo: Processi di incorporamento e struttura temporale dei fumetti: le malattie del comportamento alimentare come caso studio

Terzo contributo: Barbara Grüning (barbara.gruning@unimib.it)

Abstract:

Il paper esplora la relazione tra tempo e fumetti a partire da quella che si ritiene essere una loro specificità, la capacità, cioè, di rendere visibili i processi di incorporamento e dare con ciò concretezza alla trama emozionale delle loro storie. Se tale capacità dipende dalle affordance del medium, ossia dalle sue possibilità e dai suoi vincoli espressivi, ciò riguarda non solo come il doppio codice visuale e testuale del fumetto è combinato nelle singole vignette e poi articolato nella loro successione grafica, ma anche la pratica stessa del fare fumetti, in quanto sforzo fisico e mentale, che presuppone un continuo confronto con la materialità degli strumenti adoperati (dalla carta, alla matita, alla china, ecc.) e della realtà osservata o immaginata che si “riporta” poi sulla pagina (cfr. Chute, 2010; El Refraie, 2012; Grant, 2019; Mitchell, 2010). In tal senso, focalizzare sui processi di incorporamento nei fumetti offre un accesso singolare alle narrazioni del sé meno in termini di, rappresentazioni di identità (Foucault, 1980; cfr. Hall, 1997), quanto di biografie corporee (Gugutzer, 2002) e storie incorporate (Bourdieu, 1979). Se nella prima accezione l’attenzione è essenzialmente rivolta a decostruire come i soggetti figurati sono oggettivati secondo alcune loro variabili essenziali e identificabili attraverso il corpo (genderizzato, sessuato, etnicizzato, disabile ecc.), le altre due accezioni, una più fenomenologica, l’altra più struttural costruttivista, condividono l’idea che il sé è incarnato e si trasforma nel corso del tempo vissuto e e/o narrato. La comprensione bourdieusiana di storia incorporata (e dei processi di incorporamento) aggiunge però a questo nucleo comune l’idea che il sé nel fare ed incorporare esperienza struttura un habitus che si manifesta in una hexis, riflettendo con ciò uno specifico rapporto tra l’individuo e gli spazi sociali cui esso appartiene, sia in chiave relazionale che temporale.

In sintesi, prestare attenzione ai processi di incorporamento consente di individuare analiticamente alcune dimensioni del tempo nei fumetti, spesso poco considerati, e di arricchire allo stesso tempo l’eventuale analisi del fenomeno narrato. Come principali dimensioni è possibile indicare:

- il rapporto tra la sfera sensibile dei personaggi (interiorità) e le loro azioni (esteriorità), e, dunque tra tempo soggettivo e tempi sociali, così come scanditi dalla spazializzazione della narrazione a fumetto, tanto nelle vignette quanto attraverso la gabbia (layout) e la struttura grafica dell’intera storia (cfr. Mikkonen, 2017);

- il ruolo delle interazioni simboliche e corporee nel costruire il ritmo della storia attraverso la successione delle vignette;

- la costruzione di una identità narrativa (cfr. Somers, 1994) che, se scandita secondo la struttura temporale astratta della trama, assume significati specifici e concreti a seconda di come questa è visualizzata graficamente e, dunque, di come graficamente si trasforma secondo la stessa struttura temporale della storia.

Per meglio illustrare le interrelazioni tra tali dimensioni si guarderà ai fumetti che hanno ad oggetto le malattie del comportamento alimentare, dove i corpi narrati sono innanzitutto corpi vulnerabili (cfr. Szep, 2020), sebbene non sempre questa vulnerabilità emerga. A tale riguardo, si proporrà un confronto tra narrazioni finzionali e auto-finzionali (Caillou 2010; Davis e Kettner, 2017; Debeurme, 2007; Fairfield, 2009, Gold, 2022; Green, 2013; Heimgartner e Schneider, 2006; Hofer, 2018; Krans, 2020; Sabish, 2011; Shivak 2007; Valentini, 2017; Ying, 2023; Zuzu, 2019), concentrandosi in particolare su: la struttura temporale e il ritmo della storia; la percezione ed esperienza temporale dei protagonisti come si manifesta attraverso i loro pensieri, i loro dialoghi e le loro pratiche (e routine); la rappresentazione dei corpi sia sul piano mimetico – la trasformazione fisica del corpo nel suo divenire “anoressico” o “bulimico” –che metaforico-visuale (cfr. El Refaie, 2019) – rispetto cioè a come il corpo è sentito e visto dal soggetto sofferente nel corso della storia. L’obiettivo del confronto è duplice: da un lato, si vuole mettere in luce come la differente attualizzazione dei processi di incorporamento nei due tipi di narrazioni grafiche incida sulla comprensione del fenomeno delle malattie del comportamento alimentare; dall’altro, traslando lo sguardo da quello del fumettista a quello del sociologo, si vuole aprire uno spazio di riflessione, più generale, su come il proprio posizionamento incida sulla individuazione, significazione e comunicazione di fenomeni di rilevanza sociale.

Riferimenti bibliografici

BOURDIEU P. (1979), La distinction, Edition de Minuit, Paris.

CHUTE H. (2010), Graphic Women: Life Narrative and Contemporary Comics, Columbia University Press, New York.

EL REFAIE E. (2012), Autobiographical Comics. Life writing in pictures, University Press of Mississippi, Jackson.

EL REFAIE E. (2019), Visual metaphor and embodiment in graphic illness narratives, Oxford University Press, New York.

FOUCAULT, M. (1980), Power/Knowledge, Brighton, Harvester.

GRANT P. (2019), The Board and the Body: Material Constraints and Style in Graphic Narrative, in “The Comics Grid: Journal of Comics Scholarship”, 9, 1, pp. 1–18.

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HALL S. (1997), The work of representation, in Id. (ed.) Representation. Cultural representations and signifying practices, Walton Hall, The open university, pp. 13-74.

MIKKONEN K. (2017). The narratology of comic art, Routledge, New York and London.

SOMERS M. (1994), The Narrative Constitution of Identity: A Relational and Network Approach, in “Theory and Society”, 23, pp. 605-49.

SZEP E. (2020), Comics and the body. Drawing, reading and vulnerability, The Ohio State University Press, Columbus.

Graphic novel

CAILLOU H. M. (2010), La chair de l’Airaigné. Éditions Glénat.

DAVIS L. J., KETTNER, J. (2017), Ink in Water: An Illustrated Memoir: Or, How I Kicked Anorexia’s Ass and Embraced Body Positivity! New Harbinger Publications, Inc., 2017.

DEBEURME, L. (2006). Lucille. Futuropolis.

FAIRFIELD, L. (2009). Tyranny. Tundra Books.

GOLD H. (2022), Nervosa, Street Noise Books.

GREEN K. (2013). Lighter than My Shadow. Random House.

HEIMGARTNER S., SCHNEIDER, K. (2006). Durch Dick und Dünn. Schulverlag.

HOFER R. (2018). Blad. Luftschacht.

KRANS K. (2020), Blossoms and Bones: Drawing a Life Back Together, HarperOne

SABISCH I. (2011). 41,3 kg Magersucht? Gütersloher Verlagshaus.

SHIVAK N. (2007). Inside Out: Portrait of An Eating Disorder. Atheneum.

VALENTINI F. (2017). Il vuoto intorno a Sandra. Shockdom.

YIN V. (2023), Hungry Ghost, Hachette Romans.

ZEROCALCARE (2011), La profezia dell’armadillo, Bao.

ZUZU (2019), Cheese, Coconino Press.

Quarto contributo: Le forme del tempo nel manga: narrazione e produzione di una cultura del tempo

Ilenia Colonna(ilenia.colonna@unisalento.it

Lo scorrere del tempo, insieme all’armonia tra uomo e natura, è uno degli elementi alla base della cultura e dello stile giapponese.

Questa centralità si riflette anche nei manga, produzioni in cui il tempo si configura come una dimensione poliedrica che intreccia la struttura narrativa, le logiche produttive e il contesto culturale in cui l’industria si sviluppa.

Se da un lato la gestione del tempo narrativo assume una funzione determinante nel plasmare l’esperienza del lettore – il manga è strutturato per una lettura molto rapida e, allo stesso tempo, per estendere il più possibile la narrazione in vista di una lunga serialità – dall’altro lato i ritmi produttivi imposti ai mangaka riflettono valori profondamente radicati nella cultura giapponese.

Dal punto di vista narrativo, il manga si distingue per una gestione sofisticata del tempo. Non sempre le vignette che compongono una tavola indicano un passaggio temporale. In molti casi rappresentano frammenti di uno stesso momento, attraverso una moltiplicazione di dettagli, punti di vista diversi di una stessa scena, senza indicazione di una successione temporale tra le vignette. Si pensi, ad esempio, alle serie incentrate sul calcio, in cui il tempo che intercorre fra il momento in cui il personaggio effettua il tiro e quello in cui il pallone entra in rete viene dilatato su più pagine, mostrando – tra le vignette dei due momenti – la palla, la rete verso la quale essa si dirige, i volti degli spettatori, gli occhi del calciatore che ha effettuato il tiro, quelli del portiere avversario. Come fattore narrativo, il tempo è quindi sospeso e il lettore raccoglie frammenti sparsi di una scena che percepisce come simultanei. Sono tecniche che creano un effetto di sospensione poetica, restituendo centralità soprattutto al personaggio, alle sue espressioni facciali, ai suoi movimenti, ai suoi pensieri, svalutando il contesto.

Parallelamente, queste tecniche – insieme ad altre pratiche narrative – permettono a editori e disegnatori di produrre una grande quantità di tavole in un flusso continuo. Da questa prospettiva, il tempo si impone come fattore determinante nell’industria del manga. La produzione segue ritmi serrati, con mangaka costretti a rispettare scadenze settimanali o mensili, spesso a discapito del proprio benessere fisico e mentale, fino anche alla morte per eccesso di lavoro. Questo modello lavorativo è il riflesso di una cultura del lavoro che premia la dedizione assoluta e il sacrificio personale, condizionando anche il rapporto tra produzione e consumo, dove il pubblico stesso è abituato a un ciclo costante di uscite serializzate, alimentando una domanda sempre crescente.

La tensione tra tempo creativo e tempo industriale si riflette anche nella produzione degli anime – che spesso dipendono dai ritmi dei manga originali – la cui fruizione, insieme a quella dei manga, ha subito un’accelerazione negli ultimi anni, in particolare a causa della diffusione dello streaming, modificando la temporalità del consumo e ridefinendo il rapporto tra lettori, spettatori e industria.

Il presente intervento si propone di esplorare le molteplici declinazioni del tempo nel manga, considerando il tempo non solo un elemento di costruzione narrativa, ma una chiave di lettura per comprendere i meccanismi produttivi e le dinamiche culturali che regolano l’industria giapponese.

Riferimenti bibliografici essenziali

Johnson-Woods T., 2010, Manga. An anthology of Global and Cultural Perspective, Continuum International Publishing Group, London

Pellitteri M., 2022, I manga. Introduzione al fumetto giapponese, Carocci, Roma.

Famularo M., 2023, Destinazione manga, Il Mulino, Milano-Bologna.



 
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