Tra crisi ed emergenza. L’evoluzione dei discorsi politici, giuridici e giornalistici sulle migrazioni in Toscana tra concordanze e divergenze.
Silvia Pezzoli
Università di Firenze, Italia
Il Progetto Horizon 2020 Global Answer - Global social work and human mobility: comparative studies on local government and good social work, capofilato dall’Università di Granada, persegue l’obiettivo di identificare, analizzare e diffondere buone pratiche nel campo della mobilità umana (migranti, rifugiati o richiedenti asilo) in Spagna, Italia e Svezia. Per raggiungere questo obiettivo, sviluppa attività di ricerca e formazione tra università, comuni e organizzazioni del terzo settore. Uno dei molteplici fuochi di indagine del progetto consiste nella comparazione tra il sistema di accoglienza della Toscana e dell’Andalusia. I
Il contributo è parte di questo fuoco di ricerca e verte sullo studio degli atti normativi della Regione Toscana, accompagnati dallo studio dei dibattiti politici interni al Consiglio Regionale della Toscana in materia di accoglienza. Nella fattispecie intendiamo portare qui l’analisi della LR 45 del 2019 e della LR 29 del 2009 per analizzare il modo in cui le amministrazioni regionali definiscono il fenomeno migratorio e la tipologia delle politiche dibattito che si è strutturato attorno alle questioni inerenti a questo fenomeno secondo le diverse appartenenze politiche.
Un secondo passaggio della ricerca prevede la comparazione tra la costruzione del discorso normativo in ambito politico amministrativo e il discorso giornalistico portato avanti in concomitanza all’approvazione della Legge più recente grazie all’analisi della Rassegna Stampa della Regione Toscana.
La ricerca intende evidenziare come il fenomeno sociale dell'immigrazione straniera sia costruito discorsivamente in frame discorsivi diversi ma collegati all’urgenza ed emergenza. In questa prospettiva, i discorsi assumono un enorme potere nella costruzione della realtà e determinano conseguenze immediate e concrete sulle misure, le norme e le politiche pubbliche discusse e, infine, adottate.
Le domande di ricerca per questo contributo sono: esistono variazioni nell’uso di frame emergenziali nella costruzione del discorso sulla questione migratoria in ambito politico? Quali tipi di leggi e politiche derivano da dibattiti incentrati sull’emergenza e l’urgenza? In che modo il racconto della stampa del processo legislativo in materia di migrazioni riarticola la costruzione del discorso.
Metodologia:
Prima fase
Analisi terminologica sui tre tipi di testi: discorso politico (discussioni consiliari); discorso giuridico (LR 29 del 2009 e LR 45 del 2019) e discorso giornalistico (rassegna stampa). I termini chiave relativi al concetto di accoglienza saranno identificati e classificati in connotazioni favorevoli all’accoglienza, contro l’accoglienza o che non rivelano posizioni precise. Si tratta fondamentalmente di un'analisi del contenuto, in cui i termini scelti vengono identificati, contati e valutati all’interno del discorso.
Seconda fase
Comparazione. L’analisi comparativa della terminologia e dell'uso del linguaggio tra le due sessioni legislative e le due Leggi dà misura dell’evoluzione dei discorsi politici, giuridici e giornalistici. La riflessione sulla vicinanza/distanza tra i dibattiti consiliari e la rappresentazione mediatica è una base ottima per l’indagine sulla ricezione pubblica delle decisioni in materia di gestione delle migrazioni. Come le leggi e le discussioni preparatorie vengono inquadrate nelle comunicazioni ufficiali e riportate dalla stampa può determinare alcuni aspetti della percezione pubblica dei migranti e delle politiche di accoglienza, influenzando infine il successo o il fallimento di tali leggi e favorire o scoraggiare comportamenti discriminatori o inclusivi nella società.
This study took place in the frame of “Global social work and human mobility: comparative studies on local government and good social work practices in the Euro-Mediterranean region” (Global-ANSWER), funded from the EUs Horizon 2020 under the Marie Sklodowska-Curie grant agreement No 872209. The Agency and the Commission are not responsible for any use that may be made of the information it contains.
Manipolazione e soppressione dell'informazione. Quali impatti sulle comunità diasporiche in Europa?
Chiara Davino, Pierluigi Musarò
Università di Bologna, Italia
La manipolazione e l'interferenza informativa (FIMI, Foreign Information Manipulation and Suppression) rappresentano un modo di agire, generalmente non illegale, che minaccia o può influenzare negativamente valori e processi politici. Si tratta di una strategia usata da diversi attori e governi e che è sempre più diffusa nei tempi odierni di proliferazione di emergenze e conflitti globali. Alcuni esempi concreti delle minacce FIMI che impattano l'ambito della comunicazione e della vita quotidiana si riscontrano nel contesto russo e cinese, relativamente all'invasione militare russa dell'Ucraina per manipolare l'opinione pubblica e globale e giustificare l'aggressione; o della Cina, durante la pandemia da COVID-19 (EEAS, 2023). Inserendosi in un recente filone di studi transdisciplinari e nell'ambito del progetto *****, la ricerca si propone di analizzare come la manipolazione e l'interferenza informativa viene condotta da attori statali e non statali extra-europei e i relativi impatti che questa comporta su specifici gruppi target come le comunità della diaspora in Europa.
Indagando in dettaglio la soppressione informativa nei contesti diasporici a diversi livelli, la ricerca esplora le dinamiche complesse tra comportamenti individuali, comunità della diaspora, democrazie europee e regimi autocratici.
Nello specifico, la ricerca qualitativa si basa sui dati raccolti nel corso di 55 interviste semi-strutturate realizzate con membri delle comunità europee delle diaspore cinese, russa, iraniana, turca, venezuelana e nicaraguense. In particolare sono state investigate le minacce (le potenziale fonte di danno) e rischi (le probabilità che si verifichi un evento dannoso) ai livello macro (Unione Europea come sistema politico), meso (riferito ai gruppi diasporici letti come gruppi non omogenei o comunità organizzate ma come numero di individui arrivati in Europa da specifici Paesi) e micro (riferito a rischi e minacce percepiti a livello individuale e personale). L'analisi dei dati identifica a livello macro l'indebolimento della democrazia, l'erosione della fiducia nelle istituzioni, la riduzione della partecipazione e l'apatia civica, e l'instabilità politica. A livello meso e micro emergono invece paura, autocensura e sospetto di essere sottoposti a sorveglianza come fattori-chiave che incidono sulla libertà di espressione e partecipazione pubblica con conseguente limitazione dei diritti fondamentali. I risultati preliminari mostrano dunque complessivamente una crescente sfiducia nei confronti dei media e delle istituzioni politiche, alimentata dalla disinformazione e dall’intimidazione extraterritoriale, aspetti che a loro volta riducono la partecipazione civile e rafforzano l'autocensura.
Referendum artificiale? L’impatto di ChatGPT sul referendum “Cittadinanza Italiana”
Valeria Donato
University of Urbino, Italia
L’emergere e l’affermazione dei social media rappresentano un elemento di rilievo nell’attuale sistema mediatico ibrido (Chadwick, 2017), caratterizzato dall’interazione tra attori politici, mezzi di comunicazione e pubblico (Boccia Artieri, 2022a). L’evoluzione di tali dinamiche, unitamente alle innovazioni tecnologiche che ne facilitano la diffusione e il consolidamento, ha determinato una ridefinizione delle condizioni sociali, politiche e tecno-comunicative alla base della formazione dell’opinione pubblica (Lachapelle, 2005; Boccia Artieri, 2022b).
L’ampia influenza di strumenti di intelligenza artificiale generativa nella sfera pubblica digitale ha segnato un punto di svolta nelle modalità di accesso e fruizione delle informazioni da parte dei cittadini (Gutiérrez, 2024). L’interazione con tali sistemi ha trasformato – e sta trasformando – profondamente i processi comunicativi e, di conseguenza, le dinamiche di partecipazione sociale, culturale e politica (Haque & Li, 2024).
Tuttavia, seppur in crescita l’attenzione della ricerca scientifica verso l’impiego dell’intelligenza artificiale generativa in diversi ambiti sociali e decisionali (Rogers & Zhang, 2024), studi specifici sulle implicazioni politiche e, in particolare, sull’utilizzo di questi strumenti nel processo decisionale elettorale risultano ancora limitati. Ad oggi, infatti, non sono disponibili analisi sistematiche che quantifichino in che misura i modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) vengano utilizzati nelle votazioni di democrazia diretta o nel processo decisionale relativo al voto.
Eppure, con l’aumento della familiarità con queste tecnologie, è plausibile ipotizzare che la loro influenza nei processi decisionali e nella ricerca di informazioni continui a crescere, soprattutto tra le fasce più giovani della popolazione, che tendono a percepirle come strumenti intuitivi e di facile accesso (Williams, 2025). Inoltre, l’esposizione passiva alle risposte generate dall’intelligenza artificiale potrebbe contribuire a consolidare bias preesistenti, producendo un effetto sottile ma pervasivo sulle opinioni e sulle attitudini degli utenti.
Il presente studio si inserisce nel più ampio dibattito sulle trasformazioni del concetto di Stato-nazione in relazione all’innovazione tecnologica e alle sue implicazioni sulla percezione e sulle decisioni degli attori coinvolti nei processi democratici. In particolare, l’analisi si propone di esaminare l’impatto della personalizzazione algoritmica sulla formazione dell’opinione pubblica in Italia, concentrandosi sul ruolo di ChatGPT nel contesto di un evento di democrazia diretta: il referendum sulla “Cittadinanza Italiana”, previsto per la primavera del 2025. Al momento dell’analisi, tale referendum non è ancora stato sottoposto a votazione, configurandosi così come un caso di studio utile per valutare in che modo gli elettori possano ricorrere all’intelligenza artificiale generativa per informarsi su questioni politiche complesse.
Sebbene le votazioni referendarie presentino una struttura binaria, le decisioni che le sottendono richiedono un livello di riflessione articolato, che potrebbe indurre gli elettori a utilizzare strumenti come ChatGPT nella logica di un’interazione domanda-risposta, al fine di facilitare la propria scelta (Revehilac & Morselli, 2025). Per indagare questo fenomeno, il presente studio adotta una metodologia combinata. Da un lato, verrà somministrato un questionario dinamico volto a comprendere se e in che modo i cittadini facciano uso di ChatGPT per informarsi su eventi politici, con particolare riferimento al referendum. Dall’altro, seguendo la metodologia proposta da Revehilac e Morselli (2025), è stato richiesto a ChatGPT di adottare specifici profili ideologici, al fine di analizzare le differenti modalità con cui si posiziona rispetto al quesito referendario. Tale analisi consente di esaminare la reiterazione di determinati argomenti in funzione della prospettiva ideologica assunta dal modello e di individuare eventuali bias informativi.
L’obiettivo principale dello studio è, quindi, di indagare tre aspetti fondamentali: a) in che misura le decisioni di voto simulate da ChatGPT variano in base al profilo ideologico adottato; b) se e quanto sia pervasivo il ruolo di ChatGPT nel processo decisionale referendario degli italiani; nonché c) in che modo l’evoluzione tecnologica delle piattaforme di comunicazione influenzi le strutture dello Stato-nazione contemporaneo.
Simulating Grassroots Support: The Role of Coordinated Networks in Pro-Putin Information Operations
Anwesha Chakraborty, Giada Marino, Fabio Giglietto
Università di Urbino, Italia
The rise of coordinated online behavior in disseminating content to shape political discourse has become a focal point of academic inquiry. Social media platforms facilitate both authentic political engagement and manipulative strategies to influence public opinion. This interplay is evident during elections and geopolitical crises, where information operations exploit social media affordances to spread deceptive content (Giglietto et al., 2020a; 2020b; 2023). While text-based coordination has been extensively studied, contemporary challenges necessitate a closer focus on visual media—particularly short-form videos and AI-generated imagery, which pose detection difficulties.
This study employs the Vera AI Alerts system, developed as part of a European research initiative, to detect coordinated link-sharing activities on Facebook. Using CrowdTangle API data (October 2023–August 2024), 7,068 coordinated posts, 10,681 coordinated links, and 2,126 new accounts were identified. Among the detected networks, three notable cases emerged: exploited large groups sharing sexual content, casino engagement bait, and pro-Putin fan groups. This paper focuses on the latter, investigating key themes emerging from the coordinated sharing of posts and images in these groups.
Findings highlight 15 public Facebook groups promoting Russian geopolitical interests. This is the most traditional form of strategic information operation to promote political propaganda, resonating with Chadwick and Stanyer’s (2022) framework of deception driven by political motivations. These groups blend neutral and polarizing content to shape narratives, embedding urban development posts alongside ridicule of Western leaders. Their structural similarities—including naming conventions, identical group descriptions, and synchronized name changes—suggest systematic coordination. Notably, some groups altered names in early 2022, preceding Russia’s invasion of Ukraine, indicating strategic adaptation.
Thematic content falls into two categories: (1) posts disparaging Western leaders and Ukraine and (2) content bolstering Putin’s image. A widely circulated meme, posted simultaneously across groups on February 12, 2024, mocks Ukrainian President Zelenskyy, coinciding with battlefield developments. AI-generated images portray Putin in heroic poses, reinforcing his appeal. Nationalist symbols—such as a Russian bear wielding a Kalashnikov rifle—further amplify ideological messaging. The deliberate integration of apparently benign material, such as posts celebrating Moscow’s urban development, alongside more explicitly politically polarising content, such as mocking the Ukrainian President, exemplifies the gaslighting nature of these strategic information operations, fostering confusion and advancing a specific agenda (Jack, 2017).
Amplification strategies exploit Facebook’s platform affordances to maximize engagement. Coordinated posting ensures identical content appears in multiple groups within short intervals, creating an illusion of organic popularity and increasing algorithmic prioritization. "WorldRusWorld,” a group managed by Bulgarian and Russian administrators, exemplifies this strategy, posting identical pro-Putin content across ten groups within minutes. Multilingual dissemination extends reach, with content appearing in Russian, English, and Arabic, aligning with broader cross-cultural disinformation tactics.
Engagement metrics reveal variations in effectiveness. While some posts attracted minimal interaction, others exceeded 1.1 million views, demonstrating the hybrid nature of these campaigns. Initial coordination relies on a small group of actors, but broader amplification depends on organic user participation, blurring the distinction between orchestrated and authentic engagement.
This study contributes to research on political information warfare by examining the mechanisms behind visual content coordination. Findings highlight state-aligned actors simulating grassroots support while exploiting social media affordances. These insights underscore the need for further research into AI-generated content and multimodal disinformation detection in the evolving digital landscape.
Quale Pace ? I movimenti pacifisti in Italia tra mobilitazione e comunicazione
Mattia Zunino, Emiliana De Blasio
Luiss Guido Carli, Italia
Negli ultimi anni abbiamo osservato molti cambiamenti nell’ambito della contentious politics, che riguardano le modalità di mobilitazione, organizzazione e comunicazione dei movimenti sociali. Tuttavia, la letteratura ha toccato solo in modo limitato il fenomeno dei movimenti che si mobilitano per la pace.
L’intervento si basa su un più ampio progetto di ricerca PRIN sul ruolo dei media nell’articolazione dei movimenti pacifisti emersi in Italia negli anni immediatamente successivi alla pandemia di Covid-19, prima relativamente all’invasione russa dell’Ucraina e poi relativamente alla guerra a Gaza.
In questa occasione verranno presentati i risultati preliminari di questo progetto, con particolare riferimento ai movimenti che si sono mobilitati nel corso del 2023. La scelta del periodo è utile a far emergere le similarità e le differenze tra le proteste incentrate sulla richiesta della pace in Ucraina e quelle emerse sulla questione di Gaza.
Il disegno della ricerca si focalizza sulla triangolazione di due prospettive di analisi sui movimenti di protesta: la mediatizzazione e l’auto-rappresentazione. Da una parte, attraverso tecniche di protest event analysis e di analisi del contenuto, è stata presa in considerazione la copertura dei movimenti da parte della stampa italiana. La protest event analysis sui lanci d’agenzia dell’Ansa ha permesso di rilevare 92 eventi di protesta nel periodo considerato. Attraverso quest’ultima, è stato possibile anche identificare gli attori protagonisti delle mobilitazioni, che sono stati oggetto di un’analisi in profondità in una fase successiva.
Dall’altra, attraverso una critical discourse analysis, sono state analizzate le modalità di auto-rappresentazione da parte degli attori protagonisti di questi eventi di protesta, con particolare riferimento a tre dimensioni: a) la definizione dell’identità politica; b) la motivazione per la mobilitazione; c) gli obiettivi politici dichiarati della mobilitazione.
Il cosiddetto “doppio standard” che si usa per descrivere (e denigrare) le risposte della governance internazionale rispetto ai due terreni di conflitto viene in questo caso utilizzato come frame interpretativo per leggere i risultati. Nelle rivendicazioni dei movimenti per la pace rispetto alle due questioni, cambiano non solo i significati attribuiti alla parola “pace” ma anche gli attori in campo, i simboli provenienti dall’immaginario sociale e mediatico italiano, le strategie di mobilitazione e di auto-rappresentazione.
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