Programma della conferenza

VII “Non c’è più tempo!” Crisi ed emergenze nella società contemporanea / Cagliari, 19/20 giugno 2025

In un’epoca segnata da crisi ricorrenti e da un senso di urgenza perpetua, il concetto di tempo emerge come una lente imprescindibile per analizzare e comprendere la società contemporanea. Il convegno SISCC 2025, organizzato dalla “Società Scientifica Italiana di Sociologia, Cultura e Comunicazione”, intende riflettere sulle molteplici declinazioni del tempo nel contesto delle crisi odierne, esplorando come l’accelerazione dei ritmi di vita e la proliferazione delle emergenze stiano ridefinendo dimensioni fondamentali dell’educazione, della comunicazione e della vita quotidiana.

 
 
Panoramica della sessione
Sessione
Sessione 3 - Panel 02: L’inciviltà come codice politico. L'ascesa dello scontro nella comunicazione contemporanea
Ora:
Giovedì, 19/06/2025:
17:30 - 19:00

Chair di sessione: Alberto Marinelli
Chair di sessione: Stefania Parisi
Luogo, sala: Aula 2 (AO-A)

Piano terra. Edificio A (Palazzo Baffi) Campus Sant'Ignazio. Via Sant'Ignazio da Laconi, 74 (CA)

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Presentazioni

L’inciviltà come codice politico. L'ascesa dello scontro nella comunicazione contemporanea.

Sara Bentivegna1, Giovanni Boccia Artieri2, Rossella Rega3, Giovanna Mascheroni4, Alberto Marinelli1, Stefania Parisi1, Simone Carlo4, Laura Caroleo4, Marco Rosichini4, Barbara Scifo4, Marina Villa4, Nicoletta Vittadini4, Stefano Brilli2, Camilla Folena2, Elisabetta Zurovac2

1Sapienza Università di Roma; 2Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”; 3Università degli Studi di Siena; 4Università Cattolica di Milano

Negli ultimi anni abbiamo rilevato un preoccupante aumento dell'inciviltà e dell'ostilità nel discorso politico, fenomeno questo che sta trasformando in modo significativo il dibattito pubblico nelle principali democrazie contemporanee. I candidati e i partiti politici adottano con crescente frequenza strategie comunicative aggressive, intensificando l’ostilità contro gli avversari attraverso varie espressioni incivili.

L'inciviltà politica, intesa come violazione delle norme socio-culturali che regolano una comunicazione rispettosa, si manifesta mediante diverse modalità che spaziano dagli attacchi personali, al ricorso a mistificazione e inganno, fino all'utilizzo di un linguaggio emotivamente carico e offensivo finalizzato a delegittimare gli oppositori. Tale condotta può giungere persino a ostacolare il processo decisionale democratico, impedendo il dialogo e il compromesso indispensabili per un’azione politica efficace. La definizione del concetto si estende, inoltre, alla mancanza di rispetto per i valori democratici fondamentali, quali inclusione, pluralismo e uguaglianza, nonché alla denigrazione delle stesse istituzioni democratiche.

È rilevante osservare come, parallelamente al suo incremento quantitativo, l'inciviltà nel discorso politico stia gradualmente modificando il proprio ruolo. Non costituisce più soltanto una risorsa strategica utilizzata dai politici per ottenere visibilità mediatica e influenzare l'agenda pubblica, ma è diventata parte integrante della comunicazione politica contemporanea. Questo fenomeno deriva dalla progressiva normalizzazione di narrazioni e pratiche comunicative aggressive che tendono a far percepire l'inciviltà come elemento caratterizzante e indissociabile dall'attività politica stessa.

A rafforzare questa tendenza contribuisce significativamente l'ecosistema mediale contemporaneo. Tanto i media tradizionali quanto le piattaforme digitali, spinti dalla crescente competizione per catturare l'attenzione di un pubblico sempre più distratto e dalla necessità di stimolare l'engagement degli utenti, conferiscono crescente visibilità alle manifestazioni di inciviltà. Di conseguenza, i cittadini che seguono l'attualità politica sono esposti con frequenza sempre maggiore a comportamenti incivili, sia attraverso i canali informativi tradizionali che mediante i social media, dove le notizie politiche circolano anche indirettamente secondo il meccanismo del “news reaches me”. Il rischio concreto è che l'inciviltà venga percepita non più come un'eccezione, ma come un attributo intrinseco e costitutivo della politica contemporanea.

Tale trasformazione del discorso pubblico genera effetti tangibili sul tessuto democratico. La ricerca ha già evidenziato numerosi impatti dannosi dell'inciviltà politica, tra cui la disaffezione dei cittadini, l'aumento del cinismo politico e dell'alienazione dalla vita pubblica, nonché la crescente polarizzazione affettiva che porta i cittadini ad accrescere la propria avversione verso coloro che la pensano diversamente.

Nonostante l'ampia documentazione dei molteplici effetti negativi, permangono importanti lacune conoscitive che richiedono ulteriore approfondimento. In questo contesto, il nostro panel intende esplorare alcune questioni ancora poco investigate: in che misura l'inciviltà politica viene percepita, interpretata e utilizzata dai diversi attori della scena pubblica? L'esposizione ripetuta ai comportamenti incivili degli attori politici aumenta la sensibilità dei cittadini verso tali comportamenti o, al contrario, conduce a una naturalizzazione e desensibilizzazione? Come viene interpretata e utilizzata l'inciviltà nelle diverse arene comunicative da politici e giornalisti? In che modo i pubblici digitali trasformano l'inciviltà in strumento di costruzione identitaria e partecipazione politica?

Il panel presenta i risultati di un progetto di ricerca comparativo sull'inciviltà politica in Italia, Germania e Regno Unito ****, articolandosi in quattro presentazioni: uno studio comparativo sulla percezione dell'inciviltà politica condotto su un campione rappresentativo di cittadini italiani, britannici e tedeschi; una ricerca qualitativa basata su 30 interviste in profondità a cronisti, editorialisti e direttori provenienti da diversi ecosistemi giornalistici italiani, mainstream e digitali; un'indagine qualitativa che ha coinvolto 30 politici italiani rappresentativi dei diversi livelli istituzionali e appartenenze partitiche; un'etnografia digitale delle pratiche di riproduzione dell'inciviltà politica, o resistenza alla stessa, osservabili nelle piattaforme, con particolare attenzione ai talkshow politici.

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PAPER

Le mille sfumature dell’inciviltà politica nella lettura dei cittadini britannici, italiani e tedeschi.

Sara Bentivegna, Sapienza Università di Roma
Rossella Rega, Università degli Studi di Siena

Al fine di verificare empiricamente se l’inciviltà possa considerarsi come un attributo della politica contemporanea, è stata svolta un’indagine comparativa – tramite survey – che ha registrato la percezione dell’inciviltà delle élite politiche in Italia, Germania e UK. I tre paesi presentano sistemi mediatici e politici nettamente distinti: l'Italia ha un sistema politico frammentato e polarizzato e un sistema mediale con alto parallelismo politico; la Germania ha un sistema consensuale e multipartitico e un mercato mediale più inclusivo; il Regno Unito, pur con una tradizione di servizio pubblico autorevole, ha visto crescere fonti di informazione più partigiane e una maggiore polarizzazione esacerbata dalla Brexit.

Al di là delle specificità nazionali – relative tanto al sistema politico che al sistema mediale - emergono forti tratti comuni riguardo alla percezione dell’inciviltà. In tutti i paesi, i giovani (e gli uomini), probabilmente socializzati a un dibattito pubblico più aggressivo, tendono a percepire meno chiaramente l'inciviltà. Ancora più rilevanti delle variabili sociodemografiche, sono quelle legate alla cultura politica: la fiducia nella democrazia e la condivisione dei suoi valori predicono una maggiore sensibilità all'inciviltà, mentre l'anti-politica ha un effetto opposto. In sintesi, pur con sfumature legate ai diversi contesti nazionali, una visione più solida della democrazia rende i cittadini significativamente più critici verso le espressioni di inciviltà delle élite politiche, confermando il significato dell'inciviltà come attributo proprio della politica contemporanea.

Il nesso che lega l’inciviltà politica e l’uso delle piattaforme digitali, invece, appare meno forte e univoco di quanto si potrebbe pensare. Non sempre, e non in tutti i paesi esaminati, un’elevata frequentazione delle piattaforme social si trasforma in una maggiore accettazione dell’inciviltà così come non sempre una ridotta frequentazione delle piattaforme porta a una minore accettazione dell’inciviltà. Diverse variabili moderano queste relazioni, tra le quali figurano in primo luogo quelle legate al rapporto che i cittadini intrattengono con la politica (interesse per la politica, fiducia politica e condivisione dei valori democratici).

Nell’insieme emerge, quindi, un risultato significativo e affatto scontato: l'inciviltà politica, lungi dall'essere un semplice prodotto della digitalizzazione, si configura come un fenomeno complesso radicato nella qualità del rapporto tra cittadini e istituzioni democratiche, suggerendo che il rafforzamento della cultura democratica possa rappresentare una risposta all'erosione del dibattito pubblico contemporaneo.

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Traiettorie esperienziali del giornalismo tra cause, conseguenze e cesure del discorso pubblico in Italia

Giovanni Boccia Artieri, Stefano Brilli, Camilla Folena
Università degli Studi di Urbino Carlo Bo

Il contributo analizza l’inciviltà dal punto di vista dei giornalisti che si occupano di politica nazionale, regionale o locale, esplorando come il fenomeno venga concettualizzato attraverso le loro percezioni ed esperienze professionali e personali. Attraverso 30 interviste in profondità a cronisti, editorialisti e direttori provenienti da diversi ecosistemi giornalistici italiani, mainstream e digitali, lo studio indaga la percezione degli intervistati sugli attori coinvolti e sui contesti in cui l’inciviltà emerge con maggiore frequenza: dai media tradizionali ai social media fino agli spazi sociali ed istituzionali. Viene inoltre approfondito il ruolo dei processi comunicativi nell’amplificare o meno l’inciviltà, insieme alle dinamiche economiche e utilizzi strategici che ne possono influenzare la diffusione tra piattaforme e pubblici. Senza tralasciare il contesto legato alle cesure storico-politiche che hanno trasformato il discorso pubblico in Italia, lo studio esplora cause e conseguenze del fenomeno, analizzandone gli effetti sulla qualità del dibattito politico, sulla fiducia nei media e nelle istituzioni, finanche sulla stabilità del sistema democratico. La ricerca evidenzia, infine, i livelli di consapevolezza e responsabilità che il giornalismo si riconosce nel suo ruolo di osservatore, mediatore o persino promotore dell’inciviltà politica; mettendo in luce eventuali strategie di coping adottate, per gestire le pressioni del contesto socio-politico e mediale in cui opera attualmente.

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L’inciviltà politica negli occhi (e nelle pratiche) dei politici

Barbara Scivo, Simone Carlo, Laura Caroleo, Marina Villa
Università Cattolica di Milano

Il contributo indaga la percezione dell’inciviltà dal punto di vista degli attori politici, identificando le strategie discorsive, le pratiche comunicative e i comportamenti che i politici italiani interpretato come incivili. La ricerca qualitativa è stata realizzata attraverso 30 interviste non strutturate a osservatori privilegiati della politica italiana dislocati in tutto il territorio nazionale e rappresentativi dei diversi livelli istituzionali e appartenenze partitiche. In particolare, i 30 intervistati comprendono: 6 deputati, 6 senatori, 3 parlamentari europei, 6 tra consiglieri comunali e sindaci, e 9 tra consiglieri regionali e presidenti di regione, appartenenti ai diversi partiti di maggioranza e opposizione. Oltre a ricostruire le percezioni degli intervistati su ciò che costituisce l’inciviltà politica, sugli attori maggiormente coinvolti nel fenomeno, sui contesti in cui esso si manifesta e sui processi e ambiti comunicativi attraverso i quali si sviluppa, le interviste hanno permesso di indagare l’accettabilità sociale dell’inciviltà come comunicazione politica. Sono state analizzate le cause che, secondo gli attori politici, determinano l’emergere e l’incremento nel tempo dell’inciviltà politica, così come le conseguenze che essa produce sulle dinamiche politiche e sociali. I risultati mostrano, da parte dei politici, una comprensione dell'inciviltà politica come un fenomeno multidimensionale, che assume diverse manifestazioni a seconda del contesto comunicativo, sia esso istituzionale, mediale classico (televisivo, radiofonico, giornalistico) o di piattaforma.

L'analisi evidenzia, inoltre, come l'esperienza dell'inciviltà vari significativamente a seconda del genere dell’intervistato e dal livello di governo, con dinamiche distintive tra l'arena nazionale, europea e locale. Emerge, infine, come gli attori politici non siano solo potenziali perpetratori o vittime di comportamenti incivili, ma anche osservatori privilegiati e interpreti di un fenomeno che sta ridefinendo le modalità del confronto democratico contemporaneo.

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La normalizzazione dell’inciviltà nel politainment espanso: pratiche discorsive e costruzione identitaria nei pubblici digitali

Giovanni Boccia Artieri, Università degli Studi di Urbino Carlo Bo
Giovanna Mascheroni, Università Cattolica di Milano
Sabrina Brignoli, Università degli Studi di Urbino Carlo Bo
Elisabetta Zurovac, Università degli Studi di Urbino Carlo Bo

Nel contesto del politainment italiano, l’inciviltà online emerge come una pratica diffusa e normalizzata, alimentata dalla condivisione sui social media di clip estratti da talk show e programmi televisivi. Attraverso un’analisi che utilizza l’etnografia digitale, il capitolo investiga i pubblici online del politainment a partire dai dieci programmi di informazione politica che ricevono più engagement online. Lo studio utilizza un approccio qualitativo (scarsamente usato negli studi sul tema) per approfondire il ruolo dell’inciviltà politica non solo come infrazione discorsiva, ma come componente dell’intrattenimento e della discussione politica online.

L’analisi etnografica rivela come i pubblici della politica online rielaborino e amplifichino toni aggressivi, insulti e polarizzazione, spesso estrapolando momenti di conflitto per creare contenuti virali. Questo fenomeno, definibile come “alone del politainment espanso”, trasforma l’intrattenimento politico in un terreno fertile sia per pratiche discorsive tossiche, sia per un utilizzo consapevole di contenuti incivili come strumento di partecipazione che va a nutrire un diffuso sentimento di antipolitica.

Inoltre, meme, clip virali e contenuti condivisi usano l’inciviltà (o la denuncia della stessa) per rafforzare identità collettive di fandom e antifandom. I pubblici online utilizzano le forme, le pratiche e i linguaggi dell’inciviltà (ad es. toni aggressivi, insulti e polarizzazione) come strumenti di posizionamento rispetto a partiti e figure politiche, ma anche rispetto ai giornalisti, presentatori e ai frame dei media mainstream. Questo processo trasforma l’inciviltà in un vero e proprio costrutto identitario, dove la partecipazione politica passa attraverso la provocazione e la derisione, ridefinendo i confini tra intrattenimento, attivismo e ostilità. La ricerca evidenzia come tali dinamiche contribuiscano a normalizzare e insieme problematizzare i comportamenti ostili, ridefinendo i confini del dibattito pubblico online e trasformando l’inciviltà in un attributo performativo della politica contemporanea.



 
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