Programma della conferenza

VII “Non c’è più tempo!” Crisi ed emergenze nella società contemporanea / Cagliari, 19/20 giugno 2025

In un’epoca segnata da crisi ricorrenti e da un senso di urgenza perpetua, il concetto di tempo emerge come una lente imprescindibile per analizzare e comprendere la società contemporanea. Il convegno SISCC 2025, organizzato dalla “Società Scientifica Italiana di Sociologia, Cultura e Comunicazione”, intende riflettere sulle molteplici declinazioni del tempo nel contesto delle crisi odierne, esplorando come l’accelerazione dei ritmi di vita e la proliferazione delle emergenze stiano ridefinendo dimensioni fondamentali dell’educazione, della comunicazione e della vita quotidiana.

 
 
Panoramica della sessione
Sessione
Sessione 5 - Panel 07: Agenti Sintetici, Dinamiche Sociali e Temporalità nelle Relazioni Parasociali
Ora:
Venerdì, 20/06/2025:
16:15 - 17:45

Chair di sessione: Davide Bennato
Luogo, sala: Aula 7 (A1-G)

1° piano, Edificio A (Palazzo Baffi) Campus Sant'Ignazio. Via Sant'Ignazio da Laconi, 74 (CA)

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Presentazioni

Agenti Sintetici, Dinamiche Sociali e Temporalità nelle Relazioni Parasociali

Davide Bennato1, Selenia Anastasi2, Edvige Danna3, Franco Campitelli4, Nicola Strizzolo5

1Università di Catania, Italia; 2Università di Roma La Sapienza; 3Università telematica Niccolò Cusano; 4Università di Teramo; 5Università di Teramo

Le relazioni parasociali descrivono legami emotivi unilaterali che gli individui sviluppano con figure pubbliche o personaggi fittizi nei media. Con l'avvento delle tecnologie digitali, queste relazioni si sono trasformate, evolvendo da forme tradizionali di interazione mediata a connessioni con agenti sintetici, come chatbot e influencer virtuali (Horton, Wohl, 1956; Dibble et al., 2016).

Questo panel esplorerà come l'interazione con intelligenze artificiali modifichi le dinamiche relazionali, influenzi la percezione del tempo nelle interazioni sociali e sollevi questioni etiche e psicologiche (Giles, 2002; Andrejevic, Volcic, 2024). Attraverso un'analisi interdisciplinare, il panel si propone di discutere gli effetti di queste interazioni sulle emozioni, sulla costruzione dell’identità e sul benessere sociale.

Le relazioni parasociali sono state inizialmente concettualizzate come attaccamenti unidirezionali tra il pubblico e le figure mediatiche (Horton, Wohl, 1956). Con la digitalizzazione, il fenomeno si è ampliato, includendo interazioni con agenti artificiali che simulano comportamenti sociali umani. Studi recenti dimostrano che le interazioni con chatbot e influencer virtuali possono suscitare risposte emotive simili a quelle delle relazioni interpersonali tradizionali (Derrick et al., 2008; Appel et al., 2020).

Un aspetto chiave di questa trasformazione è la compressione temporale delle interazioni sociali. Le piattaforme digitali accelerano la costruzione dei legami sociali, sostituendo le fasi tradizionali con connessioni istantanee e spesso superficiali (Baym, 2015). Le IA generano un'illusione di reciprocità che sfida la distinzione tra interazione umana e artificiale (Guzman, 2020).

Tematiche del Panel

Il panel analizzerà il ruolo degli agenti sintetici nelle relazioni parasociali attraverso tre prospettive principali:

Chatbot emotivi e la simulazione della relazione umana

Chatbot come Replika sono progettati per offrire supporto emotivo e compagnia simulando empatia e personalizzando le interazioni (Possati, 2023). Tuttavia, il loro utilizzo solleva questioni critiche:

  • In che modo queste interazioni influenzano la percezione del sé e degli altri?
  • Quali sono i rischi di dipendenza emotiva da entità artificiali (Bessière et al., 2008)?
  • Come si può garantire un equilibrio tra supporto virtuale e relazioni reali?

Virtual influencer: autenticità e coinvolgimento degli utenti

Gli influencer virtuali come Lil Miquela e Imma stanno ridefinendo il marketing digitale, generando engagement simile a quello delle celebrità reali (Lou et al., 2023). Tuttavia, il loro utilizzo solleva interrogativi sull'autenticità e sull'impatto sulla costruzione dell’identità:

  • Gli utenti percepiscono questi agenti come reali o ne riconoscono la natura sintetica?
  • Quali sono le implicazioni psicologiche dell’interazione con entità fittizie?
  • In che modo gli influencer virtuali influenzano le aspettative sociali ed estetiche?

Temporalità e interazione sociale con le IA

L’interazione con agenti artificiali modifica la percezione del tempo sociale, creando un senso di immediatezza e simultaneità che riduce la distinzione tra interazione umana e sintetica (Andrejevic, Volcic, 2024). Questo fenomeno solleva domande critiche:

  • Le interazioni con le IA alterano la nostra percezione del tempo e della reciprocità (Turkle, 2011)?
  • La sostituzione di interazioni umane con quelle sintetiche incide sulla capacità di costruire relazioni autentiche?
  • Quali strategie possono essere adottate per gestire il crescente ruolo delle IA nella nostra vita sociale (Bryant, Vorderer, 2006)?

Queste tematiche verranno affrontate da diverse prospettive. In primo luogo l'analisi teorica delle dinamiche parasociali usando il punto di vista delle relazioni intime con agenti digitali. Poi si affronterà il tema della mimesi dei chatbot emotivi nelle app di incontri come Tinder e Hinge attraverso una osservazione netnografica degli utenti. Un settore molto ampio di opportunità di studio è quello degli influencer virtuali che saranno affrontati sia in un'ottica di costruzione dell'autenticità e dell'identità politica e di genere, sia il modo con cui essi costruiscono la propria peculiarità insistendo sulla dimensione dell'artificialità, anche per differenziarsi dagli influencer tradizionali.

Bibliografia

Andrejevic, M., Volcic, Z. (2024). Automated parasociality: From personalization to personification. Television & New Media, 25(4), 359-375.

Appel, M., Marker, C., Gnambs, T. (2020). Are social media ruining our lives? Psychological Science, 31(3), 234-248.

Baym, N. K. (2015). Personal connections in the digital age. Polity.

Bessière, K., Seay, A. F., Kiesler, S. (2008). The ideal elf: Identity exploration in World of Warcraft. CyberPsychology & Behavior, 11(5), 735-739.

Bryant, J., Vorderer, P. (2006). Psychology of entertainment. Routledge.

Derrick, J. L., Gabriel, S., Hugenberg, K. (2008). Social surrogacy: How favored television programs provide the experience of belonging. Journal of Experimental Social Psychology, 44(2), 352-359.

Dibble, J. L., Hartmann, T., Rosaen, S. F. (2016). Parasocial interaction and parasocial relationship: Conceptual clarification and a critical assessment of measures. Human Communication Research, 42(1), 21-44.

Giles, D. C. (2002). Parasocial interaction: A review of the literature and a model for future research. Media Psychology, 4(3), 279-305.

Guzman, A. L. (2020). Human-machine communication: Rethinking communication, technology, and ourselves. Peter Lang.

Horton, D., Wohl, R. R. (1956). Mass communication and para-social interaction. Psychiatry, 19(3), 215-229.

Lou, C., Kiew, S. T. J., Chen, T., Lee, T. Y. M., Ong, J. E. C., Phua, Z. (2023). Authentically fake? How consumers respond to the influence of virtual influencers. Journal of Advertising, 52(4), 540-557.

Possati, L. M. (2023). Psychoanalyzing artificial intelligence: The case of Replika. AI & Society, 38(4), 1725-1738.

Turkle, S. (2011). Alone together: Why we expect more from technology and less from each other. Basic Books.

Zuboff, S. (2019). The age of surveillance capitalism. Public Affairs.

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Corpi virtuali, agende reali: genere, autenticità e posizionamento politico nel tempo nella persona virtuale di Francesca Giubelli

Selenia Anastasi, La Sapienza università di Roma, Dipartimento di Comunicazione e ricerca sociale (CORIS)

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Negli ultimi anni, gli influencer virtuali hanno suscitato un crescente interesse accademico. Tuttavia, la ricerca sull’identità di queste figure, in particolare da una prospettiva di genere che integri approcci femministi e studi sui media visivi, è ancora limitata. In effetti, gli influencer generati al computer sono prevalentemente figure femminili che promuovono prodotti culturali e commerciali, oltre a estetiche, stili di vita e diverse tematiche sociali sulle piattaforme digitali. Queste figure occupano uno spazio comunicativo interessante, posizionandosi in una dimensione ontologicamente liminale.

In questo studio, mi propongo di analizzare la costruzione dell’identità politica e di genere di Francesca Giubelli, un'influencer italiana basata su intelligenza artificiale, che dal 2021 ha raccolto oltre 12.000 follower. La figura di Francesca Giubelli presenta alcune peculiarità rispetto alle sue colleghe italiane. In primo luogo, è possibile interagire con lei tramite un chat-bot; in secondo luogo, la sua identità politica è esplicitamente vicina al partito di destra Fratelli d’Italia.

Questo studio si propone di rispondere a tre domande di ricerca principali:

  1. In che modo i creatori di Francesca Giubelli costruiscono nel tempo un senso di autenticità attorno alla sua immagine?
  2. Quali caratteristiche di genere e quali opinioni politiche vengono codificate e interpretate attraverso la rappresentazione di questa influencer virtuale italiana?
  3. In che modo le figure virtuali si differenziano dagli influencer umani e quale impatto potrebbe avere questa distinzione sulla percezione della propaganda politica online in futuro?

Per rispondere a questi interrogativi, la ricerca adotta due metodologie principali. In primo luogo, un’analisi multimodale dei contenuti dell’account Instagram di Francesca fin dall’inizio della sua attività, concentrandosi sull’interazione tra contenuti visivi, didascalie testuali e commenti. Questa analisi permette di tracciare le trasformazioni nel coinvolgimento del pubblico, dal momento della sua creazione fino alla successiva fase di propaganda politica.

In secondo luogo, si utilizza una tecnica innovativa di intervista basata sul chat-bot, che simula interazioni con l’IA per comprendere come i suoi creatori abbiano progettato le sue risposte al fine di costruire credibilità e coinvolgimento con il pubblico.

I risultati dell’approccio interattivo tramite chat-bot evidenziano i meccanismi attraverso cui l’identità virtuale viene comunicata simultaneamente come autentica e artificiale, mettendo in luce le strategie retoriche utilizzate per sfumare questi confini. L’analisi del profilo Instagram di Francesca mostra che, nel tempo, la sua estetica si è sempre più allineata agli standard della “bellezza italiana”: da un lato, perpetuando stereotipi di genere tradizionali; dall’altro, capitalizzando sulla novità della sua natura artificiale.

L’analisi mette in luce le implicazioni culturali e politiche della partecipazione di Francesca a eventi pubblici di carattere politico, suggerendo il potenziale degli influencer basati su IA nella promozione di un’agenda politica che combina sviluppo tecnologico e rappresentazioni tradizionali dell’identità italiana.

Bibliografia

Conti, M., Gathani J., e Tricomi P.P. (2022). Virtual Influencers in Online Social Media. IEEE Communications Magazine, 1-7.

Portanova, S., & Panarese, P. (2023). Virtual influencer in una prospettiva di genere. I gender displays e le estetiche di Lil Miquela tra social fiction e cyberspace. In Communication and Gender. Debates in English, Italian and Spanish (pp. 485-506). Sette Città.

Gundle, S. (1997). Bellissima: feminine beauty and the idea of Italy. Yale University Press.

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Sesso, simulazioni e tecnologia.

Una prospettiva sociologica sulle relazioni intime digitalmente mediate

Davide Bennato, Università di Catania, Dipartimento di Scienze Umanistiche

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Questo paper teorico analizza l’impatto delle tecnologie digitali sulla sessualità, proponendo un’analisi sociologica delle nuove forme di interazione e rappresentazione del desiderio. Attraverso una tassonomia articolata in tre categorie – digital sex, synthetic sex e virtual sex – viene esplorato come il digitale ridefinisca l’immaginario erotico, l’interazione corporea e l’esperienza immersiva delle relazioni sessuali.

Il digital sex si riferisce alla rappresentazione erotica attraverso le tecnologie digitali, mettendo in evidenza come il desiderio venga modellato dallo sguardo digitale. Fenomeni come i sexfluencer e gli avatar ipersessualizzati amplificano l’estetica del desiderio, ridefinendo il concetto di attrattività (Lee, Yuan, 2023). Attraverso il concetto di male gaze (Mulvey, 1975), si analizza come gli influencer virtuali riproducano schemi sessualizzati, consolidando stereotipi di genere e rafforzando la logica del consumo visivo (Reeves, Nass, 1996). La crescente capacità di simulazione realistica permette inoltre la diffusione di figure erotizzate interamente digitali, come il caso di Cl4udia e Milla Sofia, modelle virtuali create da intelligenze artificiali generative (Dickson, 2023; Raiken, 2023).

Il synthetic sex analizza l’interazione con simulacri corporei artificiali, evidenziando il ruolo dell’intelligenza artificiale e dei sexbot. Il fenomeno è esemplificato da dispositivi come Gatebox, che permette interazioni romantiche con personaggi fittizi, o sexbot avanzati come Harmony, progettati per rispondere emotivamente agli utenti (Richardson, 2016; Malinowska, 2020). Questi fenomeni si intrecciano con il concetto di effetto Eliza (Weizenbaum, 1976), che descrive la tendenza umana a proiettare emozioni su entità digitali. Studi sulla comunità otaku dimostrano che l’affinità per il mondo anime e videoludico predice un maggiore interesse verso le relazioni con intelligenze artificiali erotiche (Appel et al., 2019). Parallelamente, le fidanzate virtuali come Xiaoice mostrano come le interazioni parasociali possano sfumare i confini tra affettività e simulazione, creando dinamiche relazionali alternative (Fragkoulidi, 2017).

Il virtual sex introduce la dimensione immersiva dell’esperienza sessuale digitale, resa possibile dalle tecnologie di realtà virtuale e dai metaversi. Il corpo, in questo contesto, diventa un elemento fluido, plasmabile secondo desideri e fantasie individuali. Il Proteus effect (Yee & Bailenson, 2007) spiega come l’auto-rappresentazione virtuale influenzi il comportamento e la percezione di sé nei mondi digitali. Tuttavia, l’espansione del virtual sex solleva questioni etiche e giuridiche, come dimostrano i casi di violenze sessuali digitali nel metaverso e nei mondi virtuali testuali, a partire dallo storico episodio dello stupro di LambdaMOO (Dibbell, 1993) fino ai più recenti casi di aggressioni virtuali in piattaforme VR (Sales, 2024).

La sessualità digitale si configura, dunque, come una mutazione antropologica, che non sostituisce le relazioni tradizionali ma le amplia, creando nuovi paradigmi di interazione e desiderio. Lungi dal rappresentare una rivoluzione, essa si inserisce in un continuum storico che ridefinisce il rapporto tra desiderio, immaginario e corpo (Bourdieu, 1998).

La sfida sociologica è comprendere come il digitale trasformi la sessualità, influenzando i significati culturali, le pratiche relazionali e le dinamiche economiche emergenti.

Bibliografia

Appel, M., Marker, C., Mara, M. (2019). Otakuism and the appeal of sex robots. Frontiers in Psychology, 10, 569.

Bourdieu, P. (1998). Il dominio maschile. Milano: Feltrinelli.

Dickson, E. J. (2023). They’re Selling Nudes of Imaginary Women on Reddit – and It’s Working. Rolling Stone.

Dibbell, J. (1993). A rape in cyberspace. The Village Voice.

Fragkoulidi, N. (2017). Posthuman relationships: Social assistants as virtual (girl) friends. Junctions: Graduate Journal of the Humanities, 2(2).

Lee, Y. H., Yuan, C. W. T. (2023). I’m not a puppet, I’m a real boy! Gender presentations by virtual influencers and how they are received. Computers in Human Behavior, 149, 107927.

Malinowska, A. (2020). Sexbots and posthuman love. The International Encyclopedia of Gender, Media, and Communication, 1-6.

Mulvey, L. (1975). Visual Pleasure and Narrative Cinema. Screen, 16(3), 6-18.

Raiken, A. (2023). People are obsessed with a 24-year-old AI influencer – this is why her developer created her. The Independent.

Reeves, B., Nass, C. I. (1996). The media equation: How people treat computers, television, and new media like real people and places. Cambridge University Press.

Richardson, K. (2016). Sex robot matters: slavery, the prostituted, and the rights of machines. IEEE Technology and Society Magazine, 35(2), 46-53.

Sales, N. J. (2024). A girl was allegedly raped in the metaverse. The Guardian.

Weizenbaum, J. (1976). Il potere del computer e la ragione umana. Torino: Edizioni del Gruppo Abele.

Yee, N., Bailenson, J. (2007). The Proteus effect: The effect of transformed self-representation on behavior. Human Communication Research, 33(3), 271-90.

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Incontri virtuali e il tempo del rapido appagamento

Edvige Danna
Università Niccolò Cusano, Dipartimento di Scienze Economiche, Psicologiche, della Comunicazione, della Formazione e Motorie

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Questo contributo esplora il ruolo crescente dei chatbot emotivi nelle app di incontri, come Tinder e Hinge, e l’emergere di profili falsi generati dall’intelligenza artificiale, ponendo particolare attenzione alle implicazioni di questi fenomeni sulla percezione del tempo e delle relazioni interpersonali. La riflessione si inserisce in un dibattito ampio sulla trasformazione della temporalità nell’era digitale, dove la connessione costante e l’accessibilità immediata a un ampio spettro di interazioni sociali modificano il modo in cui viviamo e sperimentiamo il tempo. L’introduzione di chatbot emotivi nelle piattaforme di incontri digitali non solo riflette l’evoluzione delle interazioni mediate dalla tecnologia, ma solleva anche interrogativi profondi circa l’autenticità e la superficialità delle relazioni in un contesto di virtualizzazione crescente (Turkle, 2011).

La ricerca, basata su un’analisi netnografica condotta su Tinder e Hinge, esplora le modalità di interazione degli utenti attraverso osservazione diretta e partecipazione attiva. In un mondo in cui il “time is money” e l’efficienza prevale, le dinamiche di incontro online sono dominate da un consumo rapido, caratterizzato dallo scorrere incessante di immagini e biografie che riducono la complessità delle relazioni a stimoli visivi ed emotivi istantanei (Cohen, 2020). L’iperaccelerazione del contatto sociale, facilitata da algoritmi sempre più sofisticati, fa emergere una nuova condizione temporale in cui il desiderio di appagamento immediato prevale su quello di costruire legami autentici e duraturi.

Un aspetto centrale di questa riflessione è la sfida nella distinzione tra attori reali e identità artificiali, un fenomeno amplificato dalla diffusione di profili falsi generati dall'intelligenza artificiale. Si sono raccolti un numero considerevole di profili falsi a partire da un account maschile e un account femminile, per poi clusterizzarli e individuare le principali caratteristiche delle immagini e le principali biografie utilizzate per adescare papabili partner. Il rischio in questo contesto è l’anomia digitale, concetto che trova eco nelle teorie sociologiche di Durkheim (1893), che ha descritto l'anomia come una condizione in cui le norme sociali sono inadeguate o distorte, portando a una perdita di senso di autenticità nelle connessioni umane. Il “fake self” che emerge attraverso l’utilizzo di chatbot emotivi o profili falsificati contribuisce a una crescente difficoltà nell’attribuire significato alle relazioni digitali, alimentando una ricerca di gratificazione futura, che rimanda costantemente l’esperienza di connessione al presente. Le piattaforme di incontri rischiano di diventare spazi dove il concetto di tempo è svuotato di valore, costringendo gli utenti a un’attività di continua ricerca di “l’occasione perfetta”, senza mai fermarsi a costruire relazioni nel qui e ora (Rosen, 2019). In parallelo, il concetto di "retrotopia" di Zygmunt Bauman (2017) offre una chiave di lettura utile per interpretare l’impasse sociale ed esistenziale in cui le relazioni moderne sembrano precipitare. In una società dove la velocità è spesso vista come un valore positivo, le interazioni virtuali si trovano a essere esperite come un "supermercato" delle emozioni, dove i legami vengono ridotti a scelte rapide e disimpegnate, in un contesto di preoccupazione costante per la performance emotiva e la visibilità sociale. Le piattaforme di incontri, come Tinder, infatti, si prestano ad una lettura attraverso il paradigma della “società dell’accelerazione” (Rosa, 2013), dove la velocità e la disponibilità immediata di opzioni influenzano la qualità dell’esperienza relazionale e il significato del tempo trascorso nell’interazione.

L’esito di questo contributo è quindi quello di stimolare una riflessione critica su come la tecnologia modelli l’esperienza del tempo nelle interazioni sociali digitali. Questo studio mira a comprendere le implicazioni culturali e psicologiche di una società sempre più orientata alla velocità, alla gratificazione istantanea e alla costante connessione, cercando di evidenziare le trasformazioni nella concezione del tempo, nel legame tra autenticità e tecnologia e nell’evoluzione delle relazioni affettive nell’era digitale.

Bibliografia

Accoto, C. (2017), Il mondo dato. Cinque brevi lezioni di filosofia della programmazione, Milano: EGEA.

Bauman, Z. (2018), Retrotopia, Bari: Laterza, Tempi Nuovi.

Codeluppi, V. (2013), L’occhio del replicante e il nuovo capitalismo in Mediascapes journal, 1/2013.

Codeluppi, V. (2021), Vetrinizzazione. Individui e società in scena, Torino: Bollati Boringhieri.

Ferrarotti, F. (1981), Storia e storie di vita, Roma: Laterza.

Florindi F, Fedele P, Dimitri G.V. (2024), A novel solution for the development of a sentimental analysis chatbot integrating ChatGPT, in Personal and Ubiquitous Computing, doi: https://doi.org/10.1007/s00779-024-01824-6

Kozinets, R.V. (2019), Netnography: The Essential Guide to Qualitative Social Media Research, New York: SAGE.

Moriggi, S. e Pireddu, M. (2024), L’intelligenza artificiale e i suoi fantasmi. Vivere e pensare con le reti generative, Trento: Il Margine.

Poell, T. Nieborg D.B. (2022), Piattaforme digitali e produzione culturale, Roma: Minimux Fax.

Rosa, H. (2021), Accelerazione e alienazione. Per una teoria critica del tempo nella tarda modernità, Torino: Einaudi.

Sestino A, D’Angelo A. (2023) My doctor is an avatar! The effect of anthropomorphism and emotional, in Technological Forecasting & Social Change, doi: https://doi.org/10.1016/j.techfore.2023.122505

Turkle, S. (2011), Alone together. Why we expect more from technology and less from each other, New York: Basic Books.

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Oltre l'umano: l'influenza dei personaggi AI nelle interazioni umane sempre più veloci al tempo dei social

Franco Campitelli
Università degli Studi di Teramo, Dipartimento di Scienze Politiche
Nicola Strizzolo
Università degli Studi di Teramo, Dipartimento di Scienze Politiche

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Lo sviluppo delle IA ha portato alla creazione di personaggi ‘artificiali’ che stanno diventando “virtual influencer”. Queste entità stanno guadagnando popolarità e followers e sono entrati in competizione con influencer umani. Lo scopo dell’intervento è l’analisi e la nascita di questo fenomeno, i motivi della crescita in popolarità sulle varie piattaforme social anche analizzando la letteratura esistente e i commenti delle persone reali sui loro profili. La presenza sui social media di questi personaggi virtuali è molto curata e simula l’autenticità degli influencer umani. Questo crea una stretta connessione con i follower cercando di indirizzare le loro percezioni e i loro comportamenti. Uno studio sulle motivazioni del perché sia i giovani che gli adulti seguono i social influencer è stato condotto da Croes e Bartels (2021). Le conclusioni hanno dimostrato che i giovani adulti li vedono come degli “amici” che li fanno divertire e non perché sono “cool”. Un’ulteriore attrattiva degli influencer virtuali è che essendo interamente costruiti in maniera artificiale hanno caratteristiche idealizzate e promuovono messaggi di marketing con una coerenza migliore degli umani. Come riportato in uno studio da Lou et. al. (2023) ci sono sei ragioni per cui questi influencer virtuali hanno successo e sono “novelty, information, entertainment, surveillance, esthetics, and integration social integration”. Tuttavia, la natura virtuale di questi personaggi solleva questioni etiche sulla costruzione dell’identità e come questo possa influenzare la conservazione dei valori sociali negli spazi online. Inoltre, la creazione di “nudi creati dall’intelligenza artificiale” su piattaforme per adulti può portare a derive pericolose come la mercificazione del corpo e standard di bellezza irrealistici. Un’altra problematica dovuta alla natura “quasi umana” di questi personaggi è la cosiddetta “uncanny valley”, in breve, secondo Mori (1970) la risposta di una persona ad un robot umanoide si sarebbe spostata dall’empatìa alla repulsione se l’aspetto del robot raggiungeva un aspetto eccessivamente realistico. Di conseguenza, il successo dei virtual influencer richiede un’analisi sociologica approfondita sia dal punto dell’etica che del futuro delle relazioni umane nell’era digitale in cui il tempo della comunicazione diventa sempre più veloce. In particolare la ricerca in corso approfondisce le dinamiche di interazione tra consumatori e personaggi AI analizzando i commenti e le interazioni pubbliche sui social network. Sono stati presi in esame nove influencers distinti in tre categorie: mega influencer, macro-micro influencer e influencer virtuali. L'analisi ha considerato elementi quantitativi (numero di commenti, risposte dell'influencer, commenti con emozioni positive, coinvolgimento personale e interazioni tra utenti) e qualitativi (tono e contenuto dei commenti, interazione tra utenti e influencer, struttura della comunità e percezione di autenticità). Da questa prima analisi si nota che gli influencer reali generano maggiore emotività nei commenti, una maggiore interazione tra utenti e un'elevata percezione di autenticità.

L'interazione con gli influencer virtuali, invece, è più simile a quella con i mega influencer. La comunicazione dei follower tende a esprimere "fanatismo" verso le star reali e "divertimento e curiosità" verso gli influencer virtuali.

Lo studio è ancora in corso e prevede l’analisi di un campione più ampio di influencer distinti per categorie, un maggior numero di post e di interazioni nel tempo.

Bibliografia

Croes, E., Bartels. (2021). Young adults’ motivations for following social influencers and their relationship to identification and buying behavior. Computers in Human Behavior. https://doi.org/10.1016/j.chb.2021.106910

Lou, C., Kiew, S. T. J., Chen, T., Lee, T. Y. M., Ong, J. E. C., Phua, Z. (2023). Authentically fake? How consumers respond to the influence of virtual influencers. Journal of Advertising.

Mori, M. (2012). The uncanny valley [From the field]. IEEE Robotics & Automation Magazine, 19(2), 98–100. (Original work published 1970).



 
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