Programma della conferenza

VII “Non c’è più tempo!” Crisi ed emergenze nella società contemporanea / Cagliari, 19/20 giugno 2025

In un’epoca segnata da crisi ricorrenti e da un senso di urgenza perpetua, il concetto di tempo emerge come una lente imprescindibile per analizzare e comprendere la società contemporanea. Il convegno SISCC 2025, organizzato dalla “Società Scientifica Italiana di Sociologia, Cultura e Comunicazione”, intende riflettere sulle molteplici declinazioni del tempo nel contesto delle crisi odierne, esplorando come l’accelerazione dei ritmi di vita e la proliferazione delle emergenze stiano ridefinendo dimensioni fondamentali dell’educazione, della comunicazione e della vita quotidiana.

 
 
Panoramica della sessione
Sessione
Sessione 1 - Panel 08: Tempi della conciliazione e della cura nei contesti familiari
Ora:
Giovedì, 19/06/2025:
13:30 - 15:00

Chair di sessione: Chiara Bertone
Chair di sessione: Maddalena Cannito
Luogo, sala: Aula 11 (A0-B)

Piano terra. Edificio A (Palazzo Baffi) Campus Sant'Ignazio. Via Sant'Ignazio da Laconi, 74 (CA)

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Presentazioni

Tempi della conciliazione e della cura nei contesti familiari

Chiara Bertone1, Maddalena Cannito2, Isabella Crespi3, Vera Lomazzi4, Margherita Pellegrino5, Melanie Sara Palermo6, Marta Scocco7, Maria Letizia Bosoni8, Sara Mazzucchelli9, Elisabetta Carrà10, Matteo Moscatelli11, Elena Macchioni12

1Università del Piemonte Orientale, Italia; 2Università di Torino; 3Università di Macerata; 4Università di Bergamo; 5Università di Bergamo; 6Università di Macerata; 7Università di Macerata; 8Università Cattolica del sacro cuore di Milano; 9Università Cattolica del sacro cuore di Milano; 10Università Cattolica del sacro cuore di Milano; 11Università Cattolica del sacro cuore di Milano; 12Università di Bologna

Nota introduttiva

La questione della conciliazione tra vita privata e lavoro è riconosciuta oggi come centrale nelle società contemporanee: introdotto inizialmente per descrivere le strategie adottate dalle donne per gestire la "doppia presenza" nel mercato del lavoro e nella sfera domestica, il concetto di conciliazione richiede profondi ripensamenti nel contesto attuale di crisi della cura, profondi mutamenti nell’organizzazione sociale del lavoro e accelerazione dei ritmi di vita. In un contesto segnato da emergenze economiche, sanitarie ed ecologiche e da modelli di genere in evoluzione, la pressione temporale influenza infatti profondamente le dinamiche lavorative e familiari. In particolare, la pervasività delle tecnologie digitali e la cultura del "presenzialismo" nel lavoro contribuiscono a una sovrapposizione tra sfera professionale e privata, rendendo ancora più complessa la gestione del tempo e (ri)creando diseguaglianze intra e inter-genere. Che cosa significa, oggi, sviluppare pratiche e politiche di conciliazione fondate sul riconoscimento del valore del lavoro di cura e che promuovano una distribuzione più equa dei carichi di cura tra i diversi soggetti sociali? Rispetto all’impatto della crisi della cura, nelle sue diverse articolazioni, nel rafforzare le diseguaglianze di genere, si pone la questione cruciale di come diverse politiche della cura e della conciliazione possano contribuire a queste dinamiche o contrastarle.

Il panel esplora le caratteristiche attuali delle pratiche e politiche di conciliazione, con particolare attenzione al contesto italiano e, in prospettiva comparata, a quello sud-Europeo, mettendole in relazione con specifiche dimensioni di crisi della cura, quali la crisi sanitaria della pandemia da Covid-19, la riduzione della natalità e l’incremento dei bisogni di cura legato all’invecchiamento della popolazione. I papers presentati pongono in modo importante la questione non soltanto dell’analisi delle misure adottate, con un focus sul ruolo delle imprese e delle misure di welfare aziendale, ma anche di come rilevare l’effettivo impatto delle misure di conciliazione sulle dinamiche familiari e sulle disuguaglianze di genere, attraverso strumenti di misurazione dalla prospettiva delle imprese o assumendo la prospettiva delle/dei caregiver.

Il paper “L’impatto della crisi Covid-19 nel Sud Europa e le disuguaglianze di genere nella conciliazione tra famiglia e lavoro” analizza le risposte politiche alla crisi sanitaria e le misure adottate per contrastare gli effetti della pandemia sulle disuguaglianze di genere, interrogandosi sulla variabilità della loro efficacia.

Anche il paper “Il tempo della cura in famiglia: un'analisi delle dinamiche di genere e delle conseguenze sull'occupazione nel Sud Europa”, propone un’analisi comparativa, focalizzandosi sulle caratteristiche sociodemografiche dei caregiver familiari e discutendo l’impatto delle loro pratiche di cura sull’attività lavorativa e sulle disuguaglianze di genere.

Il paper “Come promuovere il benessere delle famiglie: il Modello FamILens nella conciliazione tra tempi della famiglia e del lavoro” discute un modello di analisi e riflessione che consente la valutazione dell’impatto di politiche e servizi sul benessere delle famiglie, attraverso un lavoro collaborativo e un’indagine che hanno coinvolto accademici, manager e consulenti di impresa.

Il paper “Crisi demografica, pari opportunità e conciliazione vita-lavoro: quale intreccio sostenibile?”, facendo riferimento al recente Codice di autodisciplina delle imprese responsabili, analizza le misure effettivamente realizzate dalle imprese in favore della maternità e ne discute i possibili effetti.


Abstract Paper “L’impatto della crisi Covid-19 nel Sud Europa e le disuguaglianze di genere nella conciliazione tra famiglia e lavoro”

Crespi Isabella (UNIMC) Lomazzi Vera e Pellegrino Margherita (UNIBG)
isabella.crespi@unimc.it, vera.lomazzi@unibg.it, margherita.pellegrino@guest.unibg

La pandemia di Covid-19 ha amplificato le disuguaglianze sociali preesistenti, ponendo sfide significative per la parità di genere. L’aumento delle esigenze di cura e delle richieste lavorative è emerso con particolare forza durante la prima ondata, quando quasi tutti i paesi europei hanno adottato restrizioni che imponevano la permanenza in casa. Numerosi studi hanno analizzato l’impatto di genere della pandemia e delle misure di contenimento, evidenziando come il carico di lavoro domestico e di cura sia aumentato in modo sproporzionato per le donne.

Questo studio, adottando una prospettiva di genere, si basa sulla letteratura esistente per esaminare le politiche e le strategie adottate in alcuni paesi dell’Europa meridionale (Italia, Spagna, Grecia e Portogallo) per conciliare vita lavorativa e familiare durante la pandemia. L’analisi prende in esame le risposte politiche alla crisi sanitaria e la loro interazione con le disuguaglianze di genere preesistenti, offrendo al contempo spunti di riflessione per affrontare sfide future. Tra queste, il lavoro flessibile, i congedi parentali e le modalità di lavoro da remoto giocano un ruolo cruciale nella costruzione di un piano di ripresa più equo e inclusivo.

L’impatto della pandemia è stato particolarmente forte nei paesi dell’Europa meridionale, dove la combinazione di ruoli di genere tradizionali, diffusione del virus e misure restrittive ha aggravato le disparità. L’intensificarsi delle esigenze di cura ha accentuato il divario di genere, con le donne che hanno assunto un carico aggiuntivo di responsabilità, tra assistenza ai figli, didattica a distanza e cura degli anziani, oltre agli impegni professionali. Questa situazione è stata ulteriormente complicata dalla fragilità del mercato del lavoro nella regione, caratterizzato da un’alta incidenza di impieghi precari e informali, che colpiscono in modo particolare le donne.

Basandosi sui dati del database Covid-19 EU PolicyWatch, l’analisi esamina le misure adottate per contrastare gli effetti della pandemia sulle disuguaglianze di genere. Sebbene siano stati introdotti interventi per mitigare la crisi, la loro efficacia è risultata variabile, riflettendo differenze nei sistemi di welfare, nelle priorità governative e negli atteggiamenti culturali rispetto ai ruoli di genere.

Il contesto dell’Europa meridionale rappresenta dunque un caso di studio significativo per comprendere le implicazioni della pandemia sulla parità di genere. Il progresso verso l’uguaglianza in questa regione è stato più lento rispetto ai paesi dell’Europa settentrionale e occidentale, rendendola un ambito di indagine privilegiato per approfondire il complesso rapporto tra ruoli di genere tradizionali, politiche di conciliazione e interventi sociali in situazioni di crisi.

Infine, questo studio propone raccomandazioni politiche per affrontare le sfide legate alla parità di genere, sottolineando l’importanza di strategie inclusive che tengano conto delle differenze di genere nel lavoro e nelle responsabilità di cura. Il rafforzamento dei sistemi di supporto, l’espansione delle modalità di lavoro flessibile e l’adozione di riforme politiche sensibili alle questioni di genere sono elementi chiave per i paesi dell’Europa meridionale nella fase di ripresa post-pandemica e nella costruzione di un futuro più equo.

Bibliografia

Andrei, D. M. 2023. Work-family balance during covid-19 pandemic in EU member states. Internal Auditing & Risk Management 68(2): 42-59.

Casquilho-Martins, I., and Belchior-Rocha, H. 2022. Responses to COVID-19 Social and Economic Impacts: A Comparative Analysis in Southern European Countries. Social Sciences 11(2): 36.

Daly, M., León, M., Pfau-Effinger, B., Ranci, C., & Rostgaard, T. 2022. COVID-19 and policies for care homes in the first wave of the pandemic in European welfare states: Too little, too late?. Journal of European social policy, 32(1), 48-59.

Del Boca, D., Oggero, N., Profeta, P., and Rossi, M. 2020. Women’s and men’s work, housework and childcare, before and during COVID-19. Review of Economics of the Household 18(4): 1001–1017. https://doi.org/10.1007/s11150-020-09502-1

Eurofound. 2020. COVID-19: Policy responses across Europe. Luxembourg: Publications Office of the European Union.

Eurofound. 2022. COVID-19 pandemic and the gender divide at work and home, Publications Office of the European Union, Luxembourg.

Eurofound. 2023, Economic and social inequalities in Europe in the aftermath of the COVID-19 pandemic, Publications Office of the European Union, Luxembourg

European Commission. 2022. Gender equality and work-life balance policies during and after the COVID-19 crisis – Thematic review 2022 – Synthesis, Publications Office of the European Union, 2022, https://data.europa.eu/doi/10.2767/50106

Rubery, J., and Tavora, I. (2020). The Covid-19 crisis and gender equality: risks and opportunities. In B. Vanhercke, S. Vanhercke B., Spasova S. and Fronteddu B. (eds.) 2021. Social policy in the European Union: state of play 2020. Facing the pandemic, Brussels, European Trade Union Institute (ETUI) and European Social Observatory (OSE),

Sánchez-Mira, N. (2021). Remote Work and Work-Life Balance during the COVID-19 Pandemic in Southern Europe: Gender Inequalities and Cultural Challenges. Journal of Family Studies 27(2): 132-148.

Vitoria, B. D. A., Ribeiro, M. T., and Carvalho, V. S. 2022. The work-family interface and the COVID-19 pandemic: A systematic review. Frontiers in Psychology, 13: 914474.

Abstract Paper “Il tempo della cura in famiglia: un'analisi delle dinamiche di genere e delle conseguenze sull'occupazione nel Sud Europa”

Palermo Melanie Sara, Scocco Marta*
*Università di Macerata

Negli ultimi decenni, i Paesi europei hanno subito trasformazioni sociodemografiche significative, tra cui l'aumento dell'aspettativa di vita e la diminuzione del tasso di natalità. Questa transizione demografica ha portato a un progressivo invecchiamento della popolazione, con conseguenze profonde sul sistema di welfare, sia a livello economico che sociale, in particolare sulle dinamiche familiari e di cura degli anziani, sulle vite dei caregiver e sulle relazioni di genere.

Nei Paesi del Sud Europa, i membri familiari, in particolare le donne, hanno tradizionalmente svolto un ruolo centrale nell'assistenza agli anziani, costituendo il pilastro di un sistema di welfare basato sulla cura informale e non retribuita e sulla solidarietà familiare, integrando i servizi pubblici e privati (Bramanti, 2022; Quashie et. al., 2022). Questi Paesi condividono inoltre un contesto socioeconomico e culturale che ha a lungo influenzato la divisione del lavoro, a livello domestico e non, denotato da norme patriarcali, strutture familiari conservatrici e riforme economiche che hanno contribuito alla persistenza di disparità di genere sia nella sfera pubblica che privata (EIGE. s.d.; Aasve 2014).

Tuttavia, i cambiamenti socioeconomici e culturali degli ultimi decenni, in particolare la riduzione delle dimensioni familiari, l'aumento della partecipazione femminile al mercato del lavoro e il cambiamento dei ruoli di genere, hanno messo a dura prova la sostenibilità di questo modello.

Le attività di cura richiedono infatti un notevole investimento di tempo, energie e risorse psico-fisiche, con ripercussioni significative sulla vita dei caregiver, che si trovano a dover conciliare le responsabilità di cura con gli impegni lavorativi e familiari; con possibili conseguenze negative sul benessere psicofisico, sulle relazioni sociali e sulla carriera professionale (Di Nicola e Viviani, 2020). Inoltre, la cura informale può contribuire a perpetuare le disuguaglianze di genere.

Di fronte a queste sfide, i Paesi europei sono chiamati a ripensare i modelli di cura tradizionali.

Il presente contributo si propone di approfondire la conoscenza della figura del caregiver familiare nei Paesi del Sud Europa, (Italia, Spagna, Portogallo, Grecia), chiedendosi quali sono le caratteristiche sociodemografiche dei caregiver familiari (sesso, età, istruzione e occupazione) e qual è l’impatto dei compiti di cura sull’attività lavorativa, in particolare considerando le differenze di genere.

Attraverso una prospettiva comparativa, il contributo sottolinea le disparità di genere presenti nel settore della cura informale, che vede le donne penalizzate, oltre a evidenziare la rilevanza dei caregiver familiari nel sistema di welfare dei Paesi del Sud Europa e la necessità di politiche pubbliche che ne riconoscano il ruolo socioeconomico, che promuovano la conciliazione dei tempi personali, professionali e di cura e che contribuiscano a ridurre le disuguaglianze di genere.

Bibliografia

Aassve, A., Fuochi, G., Mencarini, L. (2014), Desperate Housework: Relative Resources, Time Availability, Economic Dependency, and Gender Ideology Across Europe, in «Journal of Family Issues», vol. 35, n.8, pp. 1000–1022. https://doi.org/10.1177/0192513X14522248

Bramanti, D. (2022), The Intergenerational Representation of Old Age in the Transition to Frailty: An Empirical Analysis in Italy, in «Social Inclusion», vol. 11, n. 1 pp. 246-255. doi:10.17645/si.v11i1.6027.

Di Nicola, P., Viviani, D. (2020), Lavoro di cura: emozioni, sentimenti, frustrazioni, in L. M. Napolitano Valditara, (a cura di), Curare le emozioni, curare con le emozioni, Milano, Mimesis Edizioni, pp. 269-302.

EIGE, (s.d.), Comparing Time / Care activities scores in 2023 edition, in «Gender Equality Index» https://eige.europa.eu/gender-equality-index/2023/compare-countries/time/1/bar (consultato in data 8 novembre 2024)

Quashie, N.T., Wagner, M., Verbakel, E., Deindl, C.(2022), Socioeconomic differences in informal caregiving in Europe, in «European Journal of Ageing», n. 19, pp. 621-632. doi: 10.1007/s10433-021-00666-y.

Abstract Paper “Come promuovere il benessere delle famiglie: il Modello FamILens nella conciliazione tra tempi della famiglia e del lavoro”

Bosoni Maria Letizia marialetizia.bosoni@unicatt.it , Mazzucchelli Sara
sara.mazzucchelli@unicatt.it , Carrà Elisabetta elisabetta.carra@unicatt.it, Matteo Moscatelli
matteo.moscatelli@unicatt.it
Università Cattolica del sacro cuore di Milano, Dipartimento di sociologia

Nel contesto odierno, caratterizzato da rapide trasformazioni, dalla necessità di una sempre maggiore integrazione di ruoli, tempi e spazi, la sfida di conciliare la genitorialità con il lavoro diventa sempre più impegnativa per uomini e donne. Le nuove teorizzazioni sulla conciliazione famiglia-lavoro prevedono la possibilità di generare benessere non solo per il singolo lavoratore, ma anche per le relazioni personali e familiari (Manzi, Mazzucchelli 2020, Agrawal, Mahajan 2021).

In tale contesto, il FamILnes - un modello di analisi e riflessione che consente la valutazione dell’impatto di politiche e servizi sul benessere delle famiglie - consente un avanzamento nella riflessione. Ispirato ad un modello di studio americano (Carrà, Moscatelli 2024, https://centridiateneo.unicatt.it/studi-famiglia-familens), è stato importato in Italia da un gruppo di ricercatori dell’Università Cattolica di Milano, che con le opportune modifiche, hanno sviluppato uno strumento per valutare le ricadute sulle famiglie delle pratiche/iniziative aziendali. Lo strumento è denominato Family Impact Checklist ed è basato sulla constatazione che ogni iniziativa dell’azienda e ogni pratica di welfare aziendale ha un impatto sulle relazioni familiari dei lavoratori. La logica sottesa è win win: l’integrazione positiva tra ambito familiare e dimensione lavorativa produce benefici sia per i lavoratori e le loro famiglie, sia per le imprese. Risulta quindi fondamentale comprendere cosa l’integrazione tra spazi e tempi di lavoro e di cura generi, in termini di benessere/malessere, nelle famiglie.

La Family Impact Checklist si basa su 6 principi chiave per promuovere il benessere delle famiglie: Responsabilizzare le famiglie, Promuovere la stabilità delle famiglie, Promuovere la qualità delle relazioni familiari, Valorizzare la diversità delle famiglie, Coinvolgere attivamente le famiglie, Promuovere le reti familiari. Questi principi possono essere intesi come obiettivi da perseguire per produrre benessere.

La costruzione dello strumento si è svolta attraverso un processo riflessivo e partecipativo in cui sono stati coinvolti sia accademici sia, attraverso la metodologia del Delphi, manager e consulenti di impresa.

Il questionario è stato somministrato online ad un campione di 362 manager di imprese italiane (bilanciato per genere, ampiezza dell’impresa e area geografica). I risultati evidenziano la presenza di una cultura volta a favorire la conciliazione e il benessere del dipendente e della sua famiglia, con particolare attenzione per i principi della responsabilità, della stabilità e della diversità e delle relazioni. Minore è invece l'impatto delle imprese sulla capacità di coinvolgere attivamente le famiglie e di promuovere reti familiari.

Bibliografia

Agrawal, M., & Mahajan, R. (2021). Work–family enrichment: An integrative review. International Journal of Workplace Health Management, 14(2), 217-241.

Manzi, C., & Mazzucchelli, S. (2020). Famiglia e lavoro: Intrecci possibili. Vita e Pensiero, Milano.

Carrà, E., Moscatelli, (2024), Il manuale del FamILens. Modelli e strumenti per l'analisi dell'impatto familiare. QUADERNI DEL CENTRO FAMIGLIA, 35, 1-120.

Abstract Paper “Crisi demografica, pari opportunità e conciliazione vita-lavoro: quale intreccio sostenibile?”

Elena Macchioni
Professoressa Associata, Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi
Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali
Alma Mater Studiorum - Università di Bologna
e-mail: elena.macchioni@unibo.it

Il presente contributo si pone l’obiettivo di esplorare, con lenti sociologiche, il fenomeno della maternità là dove esso si intreccia con la questione della crisi demografica e le politiche di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. La maternità è quel fenomeno sociale che riguarda le donne e le coinvolge direttamente in una (o più) delle seguenti esperienze: la gravidanza, la nascita, la cura e l’educazione dei figli.

Il significato di questo termine si è nettamente trasformato nel corso del tempo.

Nel medioevo, e fino a tutta l’età moderna, le madri hanno ricoperto un ruolo centrale nell’economia domestica contadina che formava l’unità economica di base.

Il ruolo sociale della madre è mutato profondamente a seguito dell’industrializzazione, grazie al loro lavoro prestato in fabbrica e al cambiamento nella struttura della famiglia. Si tratta di un primo, timido, seppur rivoluzionario, cambiamento nella divisione dei ruoli di genere.

Claudia Goldin, premio Nobel per l’economia nel 2023, definisce questa rivoluzione “silenziosa”. La rivoluzione riferita all’istruzione è quasi interamente compiuta: le donne italiane sono più istruite dei compagni uomini, nel 1950 le donne erano il 25% dei laureati, oggi sono quasi il 60%. Sul lavoro, in Italia solo una donna su due è occupata. Quando lavorano, le donne affrontano ostacoli maggiori degli uomini a progredire nella carriera e ricevono guadagni più bassi. I più recenti dati Istat indicano che a parità di livello di istruzione, i dipendenti uomini hanno retribuzioni medie annue sempre superiori alle donne, nel caso dell’istruzione terziaria il valore è pari al 45,7%.

La maternità comporta una perdita di occupazione e salari stimata intorno al 33%. Anche il tasso di fecondità è ai minimi storici (1,21 nel 2024). Al calo della fecondità si abbina il fenomeno del posponimento delle nascite testimoniato dal dato medio di 33 anni d’età delle donne al momento del parto.

Più del 50% degli italiani pensa che i bambini soRrano se la mamma lavora, in Svezia sono il 15%, in Francia e Germania circa il 30% (World Value Survey). In Italia permane una cultura che impone una rigida divisione dei ruoli di genere: le donne lavoratrici italiane dedicano 2 ore e 55 minuti in più al giorno degli uomini al lavoro di cura e domestico.

Secondo Esping-Andersen si può parlare di una “rivoluzione” si, ma per lo più “incompiuta”. La rivoluzione nel suo dispiegarsi non permette alle donne di raggiungere l’agognata parità, ma genera (ulteriori)significativi squilibri. Secondo Esping-Andersen una precondizione fondamentale per il superamento delle disuguaglianze di genere è rappresentato da uno stato sociale più egualitario.

Sappiamo, però, che da circa un ventennio alla luce delle trasformazioni avvenute all’interno dell’arena di welfare, accanto ai dispositivi di welfare istituzionale si sono sviluppate una serie di misure promosse dalle singole imprese in favore del benessere dei propri dipendenti e delle loro famiglie, è il fenomeno del welfare aziendale.

Vista l’attuale fase di ricalibratura del welfare sono diverse le policy centrali che sono andate nella direzione di sostenere con interventi che potremmo definire “quadro” il protagonismo delle imprese in ambito sociale.

Dentro a questo frame di policy si colloca lo strumento del Codice di autodisciplina delle imprese responsabili, presentato dall’attuale Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità a partire dal novembre 2023 e promosso dal Dipartimento per le Pari Opportunità. Lo strumento del Codice prende avvio proprio dall’osservazione delle buone pratiche in essere promosse da imprese, enti bilaterali e fondo sanitari per sostenere donne e natalità.

Il Codice segue l’approccio trasversale e strategico del Governo sul tema della natalità e si pone l’obiettivo di intrecciare le sfide relative all’inverno demografico, con quelle relative alla promozione delle pari opportunità e della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

Ad un anno dal lancio del Codice, il presente contributo si pone l’obiettivo di analizzare quali misure sono state effettivamente realizzate dalle imprese in favore della maternità, con quali effetti e, infine quali possono essere gli elementi che permettono una connessione fra il Codice di autodisciplina e la Certificazione della parità di genere promossa tramite il PNRR.

Bibliografia

- AA.VV (2024), Il Paese più vecchio d’Europa, Numero monografico Rivista il Mulino, 4/2024, il

Mulino: Bologna

- Esping-Andersen, G. (2011), La rivoluzione incompiuta. Donne, famiglie, welfare, il Mulino:

Bologna

- Goldin, C. (2021) Career & Family: Women’s Century-Long Journey Toward Equity, Princeton

University Press: Princeton

- Istat (2024), Rapporto annuale 2024, Istat: Roma https://www.istat.it/wp-content/uploads/2024/05/Rapporto-Annuale-2024.pdf

- Miniello, A. (2022), Non è un paese per madri, Laterza: Roma-Bari

- Naldini, M. e Saraceno, C. (2011) Conciliare famiglia e lavoro. Vecchi e nuovi patti tra sessi e generazioni, il Mulino: Bologna.

- Save the Children (2024), Le equilibriste. La maternità in Italia; Save the Children: Roma https://s3-www.savethechildren.it/public/files/uploads/pubblicazioni/le-equilibriste-la-maternita-italia-nel-2024.pdf

- Zezza, R. (2025) Cura, FrancoAngeli: Milano.



 
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